Bruxelles – Come era facile attendersi il Parlamento europeo respinge radicalmente la proposta di Bilancio pluriennale (MFF, o QFP) per l’Unione europea elaborata dal presidente del Consiglio UE Charles Michel.
Si sono fatti portavoce della contestazione per primi David Sassoli, presidente dell’Eurocamera, l’autonomista fiammingo Johan Van Overtveldt, che è presidente della commissione Bilanci e capo negoziatore per l’MFF, poi seguiti dal capogruppo dei popolari Manfred Weber e quella dei socialdemoctatici Garcia Pérez Iratxe.
Oggi il presidente del Parlamento afferma che “al momento ci dividono 230 miliardi”. Al termine di una giornata di incontri sul bilancio pluriennale della UE, in vista del Consiglio Europeo di giovedì prossimo, Sassoli sottolinea che “nei due incontri avuti con il Presidente Charles Michel abbiamo confermato la posizione unanime del Parlamento sulla proposta presentata sabato scorso. Siamo ancora lontani da una proposta accettabile”.
In una lunga nota già venerdì sera Sassoli, pur ringraziando Michel per lo sforzo profuso, affermava che “certamente la proposta che ha presentato per il futuro QFP è molto lontana dalle reali necessità per finanziare adeguatamente i vecchi e i nuovi programmi dell’Unione europea”.
Il presidente del Parlamento sottolinea che “siamo a cifre che non si discostano dalla proposta della presidenza finlandese sulle quali il Parlamento europeo si è già espresso con chiarezza e a larghissima maggioranza. E’ una proposta che contraddice le proclamate ambizioni su tre priorità che gli Stati membri, non il Parlamento, hanno posto al centro della loro azione: il clima, il digitale e la dimensione geopolitica”.
Secondo Sassoli questa “è una proposta che rischia di lasciare indietro l’Europa non solo rispetto ai suoi propri obiettivi, ma anche ad altri attori sulla scena internazionale come la Cina e gli Stati Uniti. E’ una proposta – insiste l’italiano – che va nella direzione di quelli che pensano che la Brexit significhi ‘meno Europa’, e quindi ‘meno budget’. Ma davanti alle sfide odierne non abbiamo bisogno di meno Europa, abbiamo di un’Europa più forte con un bilancio forte nell’interesse dei cittadini. Questo è il messaggio che il Parlamento vuole mandare ai Capi di Stato e di Governo”.
Il Parlamento, spiega il suo presidente, apprezza però “le proposte per introdurre delle nuove risorse proprie dell’UE per un finanziamento del bilancio che non dipenda principalmente dai trasferimenti dai bilanci nazionali, e valuteremo – annuncia – le implicazioni di un potenziamento delle capacità della Bei per svolgere un ruolo significativo negli investimenti”.
“Il Parlamento è cosciente dell’importanza di un accordo in tempi brevi, siamo pronti a negoziare dal novembre 2018 – conclude Sassoli -, ma non è disposto a sostenere un accordo ad ogni costo. La proposta oggi sul tavolo non è una base soddisfacente per avviare i negoziati, né per arrivare ad un bilancio adeguato agli impegni assunti con l’avvio della legislatura. Invito quindi i Capi di stato e di governo a fare ogni sforzo utile per consentire al Parlamento di accettarla”.
Secondo il capo negoziatore Van Overtveldt il Consiglio europeo del prossimo 20 febbraio “non dovrebbe concludere alcun accordo sulla base di questa proposta, che ignora completamente la posizione del Parlamento e impedisca all’UE di raggiungere i suoi obiettivi”.
Johan Van Overtveldt afferma che “la Commissione europea e il Consiglio si sono mostrati molto ambiziosi di recente: sul clima, sulla rivoluzione digitale, sul ruolo geopolitico dell’UE e altro ancora. Questo deve essere apprezzato. È importante che i cittadini vedano un’Unione nuova e rigenerata”, ma sostiene anche lui, “in questo contesto, la proposta sul QFP appena pubblicata è deludente”.
Dunque il belga, che parla a nome di tutto il team negoziale, invita i capi di Stato e di governo “a non concludere alcun accordo sulla base di questa proposta che ignora completamente la posizione del Parlamento e impedisce all’Unione di raggiungere i suoi obiettivi. Il Parlamento dovrebbe respingerla”.
Anche il capogruppo dei popolari, Manfred Weber, boccia la proposta di Michel. “Appoggio l’approccio sulle risorse proprie nella ‘scatola negoziale’, Va nella giusta direzione. Tuttavia, la proposta di bilancio non è accettabile: è lungi dal soddisfare le richieste del gruppo popolare per un bilancio che risponde alle sfide di domani”, scrive il tedesco in un Tweet.
https://twitter.com/ManfredWeber/status/1228767938242584581?s=20
La socialista spagnola Pérez Iratxe afferma che “il Parlamento europeo ha presentato una proposta molto ragionevole per finanziare l’agenda per l’Europa di cui abbiamo bisogno. I quattro maggiori gruppi politici del Parlamento sono uniti e respingeranno qualsiasi proposta di bilancio che minerà le politiche necessarie per i cittadini”.
“Non accetteremo che ci siano vincitori e vinti in questa trattativa – continua la capogruppo socialista -. Insieme dobbiamo fare uno sforzo per trovare la soluzione che bilancerà tutte le esigenze e non lascerà indietro nessuno e nessuna regione”.
Pérez Iratxe invita tutti “a fare uno sforzo per consegnare ai cittadini europei, e ho già detto al presidente Charles Michel che ci aspettiamo un cambiamento nell’atteggiamento dei leader in seno al Consiglio”.
Anche la presidente della commissione per la cultura e l’istruzione del Parlamento, Sabine Verheyen (PPE, DE) e la relatrice per il programma Erasmus + Milan Zver (PPE, SI) sono delusi: “La proposta del presidente del Consiglio europeo Charles Michel per il bilancio Erasmus + per i prossimi sette anni è irrimediabilmente inferiore alle aspettative dei cittadini. Nel dicembre 2017, il Consiglio europeo ha chiesto un programma Erasmus + sostanzialmente rafforzato, inclusivo ed esteso. Cosa è accaduto?”, domandano in una nota.
“Ora abbiamo una proposta, per quello che è forse il programma faro numero uno dell’UE – aggiungono – che è del 20% inferiore alla proposta della Commissione e del 48% inferiore alla posizione del Parlamento e dell’impegno assunto dal presidente della Commissione von der Leyen. Ciò significherebbe la fine delle nuove iniziative su larga scala: università europee, centri di eccellenza per l’IFP e DiscoverEU”.
Massimiliano Smeriglio (S&D) relatore per il programma Europa creativa in Parlamento, attacca anche lui, sottolineando che “questa proposta significherebbe meno finanziamenti per progetti di cooperazione creativa in tutta Europa e meno posti di lavoro nei settori creativi. Invece di 730 progetti di cooperazione, come stimato dalla Commissione, solo 480 sarebbero finanziati nel corso dei 7 anni. Più di 1.600 organizzazioni, di cui l’80% sono micro o piccole organizzazioni, non sarebbero finanziate e non coopererebbero a livello europeo”.
Nel coro di proteste interviene anche Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio italiano del Movimento Europeo, che, considerando le opposizioni arrivate dal Parlamento “suggerisce” a Michel “di presentare al vertice una proposta di conclusioni che chieda alla Commissione di presentare al più presto e al più tardi alla vigilia del Consiglio dal 26 al 27 marzo un nuovo progetto pluriennale del quadro finanziario che rispetti il priorità politiche del programma che hanno portato al voto di fiducia del Parlamento europeo l’intero collegio il 27 novembre 2019”.
“Presidente – incita Dastoli – sappia osare!”.
(Articolo in aggiornamento continuo)