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Home » Politica » I primi 100 giorni della Commissione von der Leyen riportano al punto di partenza

I primi 100 giorni della Commissione von der Leyen riportano al punto di partenza

Nuove crisi si aggiungono a temi rimasti in sospeso. Manca ancora un bilancio per finanziare agenda per il digitale e Green Deal, mentre Coronavirus e immigrazione impongono interventi del tutto nuovi. Che passano per gli Stati

Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
9 Marzo 2020
in Politica

Bruxelles – Cento giorni dopo è ancora tutto da fare. Nonostante la voglia, la dedizione, che pure viene sottolineata, nonostante i tanti impegni presi e annunciati, la Commissione europea si ritrova al punto di partenza. Ursula von der Leyen ha voluto fare il punto della situazione dopo i primi 100 giorni dall’insediamento del suo esecutivo comunitario. Un appuntamento che serve per dimostrare che l’Europa è attiva, non sta con le mani in mano, ma che pur nonostante è bloccata dagli Stati membri e dagli eventi. Il problema è che, proprio attorno al centesimo giorno, il panorama sembra tutto cambiato, con nuove priorità urgenti e impreviste, come l’emergenza Coronavirus o la crisi alla frontiera tra Turchia e Grecia.

Von der Leyen apre la sua conferenza stampa parlando degli ultimi sviluppi lungo la frontiera greco-turca, con i migranti che si ammassano e riprendono a premere sulle frontiere dell’UE. Sin qui i governi nazionali non sono stati capaci di produrre risposte veramente europee, non hanno saputo dare prova di vera solidarietà. La Commissione intende riprovare a sferzare gli Stati. “Presenteremo un nuovo patto per l’immigrazione dopo Pasqua”, l’ultimo degli annunci di von der Leyen. Che dovrà fare i conti con una macchina legislativo-decisionale comunitaria sull’orlo del collasso.

In Parlamento c’è chi chiede di sospendere le attività a causa del Coronavirus. Il Consiglio ha annunciato che verrà tagliato il numero di riunioni. Riunioni tecniche, preparatorie, e quindi anche ministeriali. Molto difficile, così, poter discutere e approvare proposte legislative. La presidente della Commissione rivendica, con precisione, come al giorno 93 della sua attività, sia stato attivato il team di risposta al Coronavirus. “E’ stato giusto e doveroso farlo. Stiamo valutando ogni cosa che possiamo fare, perché il virus ha un vasto impatto sulla vita dei cittadini”. Ma oltre il coordinamento e l’erogazione di fondi per la ricerca la Commissione non può spingersi, per mancanza di competenze che restano nazionali. Anche qui, si resta praticamente al palo.

Von der Leyen conferma però che si interverrà in modo da evitare contraccolpi economico-finanziari. “Stiamo esplorando tutte le possibilità per la massima flessibilità nel patto di stabilità e crescita”. E poi la  Commissione resta in contatto con la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, per discutere come gestire la situazione.

Ancora, si sottolinea come al giorno 11 dall’entrata in carica sia stato prodotto il piano per la sostenibilità, il Green Deal tanto caro a von der Leyen. “Oggi non è più in discussione, oggi si discute come attuarlo”. Non è una sottolineatura da poco. Perché se in linea di principio è passato un concetto, in soldoni non ancora. Manca un bilancio per finanziarlo, e von der Leyen lo sa bene. “Senza un un nuovo budget comune non saremo in grado di rispondere alla sfide e agli impegni”. L’accorato appello a trovare un accordo “con urgenza” è indicativo della situazione. Il green deal è su un binario al momento morto. Lo stesso vale per l’agenda digitale, su cui la Commissione UE ha prodotto programmi e strategie nel giorno 81 del suo mandato. Senza soldi, tutto fermo.

C’è il nodo della Brexit. Cento giorni dopo si sa che il Regno Unito non fa più parte dell’UE. Ma anche qui in realtà non c’è nulla di fatto. Tutto deve essere negoziato. “Vogliamo essere ambiziosi, faremo tutto il possibile”, dice von der Leyen. “Ma la verità è anche che la nostra partnership sarà diversa” d’ora in poi. “Sarà più difficile per il Regno Unito accedere al mercato unico. Quindi, spetta al Regno Unito, nei negoziati, pensare ai compromessi”.

Le parole di apertura della conferenza stampa contengono in realtà la sintesi di questi 100 giorni. “Cento giorni fa ci si domandava se ci sarebbe stata la maggioranza in Parlamento, se ci sarebbe stato un commissario britannico, ma la dichiarazione UE-Turchia non era in discussione”. Dopo cento giorni non c’è ancora una maggioranza chiara e definita, il rebus britannico ha solo mutato i punti di domanda e in Turchia tutto deve essere gestito nuovamente. I primi cento giorni della Commissione von der Leyen sono stati un lungo girare attorno al punto di partenza.

Tags: accordo Ue-TurchiaAgenda digitalebrexitcommissione europeacoronavirusimmigrazionelegislatura europeamigrantiturchiaUeursula von der leyen

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