Bruxelles – L’addio all’Unione europea non è piaciuto propria a tutti, oltre Manica. Da quando si è tenuto il referendum che ha decretato l’addio del Regno Unito dall’Unione europea, quasi 38mila cittadini (37.936) hanno ottenuto la cittadinanza di un Paese membro, e il fenomeno ha visto domande in crescita ogni anno.
I dati diffusi da Eurostat mostrano che subito dopo il referendum del 23 giugno 2016 qualcosa è cambiata. Chi ha potuto mettersi ai ripari della Brexit ha iniziato a farlo. Alla fine dello stesso anno sono state concesse 6.689 cittadinanze dai diversi governi dei Paesi comunitari. Nel 2017 il numero di questi riconoscimenti è più che triplicato, arrivando a quota 15.054, per arrivare a 16.193 a fine 2018. Due terzi di questi numeri (31.247) si riferiscono ai due anni successivi al voto referendario.
Non c’è dubbio che l’esito del referendum abbia generato una corsa alla cittadinanza UE. Guardando i numeri pre-referendum, alla fine del 2015 erano state 2.642 le persone di nazionalità britannica ad aver acquisito la cittadinanza di un altro Stato membro dell’UE, vale a dire un terzo di quanti ne abbiano fatto richiesta nell’anno del referendum, ad addio acquisito, e quasi otto volte meno il picco del 2018. Per dirlo in altri termini ancora, in media negli ultimi tre anni ci sono stati oltre 12.600 nuove cittadinanze ogni anno, contro le 2.642 del 2015. Un incremento di quasi cinque volte tanto.
Germania, Cipro, Malta e Belgio i Paesi dove ci si è rivolti di più in questi anni, anche se nel 2018, rileva Eurostat, il 59% dei britannici ad aver ottenuto un’altra cittadinanza c’è riuscito in Germania e Francia.