Roma – Gli appelli si moltiplicano e in avvicinamento agli appuntamenti europei per la strategia anti crisi, anche la Germania mette sul piatto la sua proposta. Il ministro degli esteri Heiko Maas e il ministro delle finanze e vice cancelliere Olaf Scholz, in un intervento pubblicato sul quotidiano La Stampa, esortano i partner alla visione e conseguente azione comune, per affrontare il momento difficile e tornare più rapidamente possibile su un cammino di ripresa.
Dopo qualche impreparazione e ritardo nell’affrontare la crisi sanitaria, i due autorevoli esponenti del governo tedesco scrivono che “quello che conta adesso è dare una risposta complessiva europea in uno spirito di solidarietà”. Un segnale che la Germania “è pronta a dare”, e dopo le decisioni già adottate nell’ambito della Commissione, della BCE e della Banca degli Investimenti, “il compito comune dell’Europa è ora quello di affiancare i programmi esistenti, colmare lacune e tendere una rete di sicurezza per tutti gli stati dell’UE che necessitano di ulteriore sostegno”. Secondo Scholz e Maas, “gli Stati più duramente colpiti dalla crisi devono essere stabilizzati a livello finanziario in modo rapidissimo non complicato e in maniera sufficiente”.
Di conseguenza, la proposta messa sul piatto dalla Germania e che verosimilmente sarà illustrata nei dettagli già domani alla riunione dell’Eurogruppo, consiste nel provvedere “assieme e velocemente” a sufficiente liquidità affinché “la tutela dei posti di lavoro non dipenda dagli speculatori”. In pratica “i mezzi finanziari non devono essere vincolati da condizioni inutili che equivarrebbero a una ricaduta nella politica dell’austerità”.
Paesi come l’Italia dovrebbero dunque poter usufruire del MES per il quale “non ci servono troika, controllori, o commissioni ma aiuti mirati e veloci”. Dunque un MES differente nelle sue regole, da cui l’Italia potrebbe attingere fino a 39 miliardi “se lo adeguiamo in modo ragionevole”. Il secondo pilastro tedesco è “un Fondo di garanzia paneuropeo che può garantire i crediti con cui la BEI approvvigiona di liquidità le piccole e medie imprese”.
Si tratta ora di capire se questo vago proposito fa presagire ad una apertura, magari non immediata, ai titoli di debito garantiti dall’UE che è una delle carte che giocheranno Italia e Francia nei prossimi giorni. Su Eurobond specifici e “una tantum”, il fronte tedesco si sta facendo più permeabile: anche la rappresentante nel comitato esecutivo della BCE Isabel Schnabel ha detto che un’emissione di questo tipo “potrebbe essere una possibilità”. Al momento l’ostacolo maggiore resta la posizione contraria della Cancelliera Merkel.
I due ministri dell’SPD scrivono infine che “l’economia europea deve tornare su un cammino di ripresa e crescita e per questo è necessario agire in uno spirito di solidarietà unendo le energie”. Un orizzonte “di cui tenere conto, e la Germania lo farà, nei negoziati per il Quadro finanziario pluriennale”.
Questi obiettivi, concludono Scholz e Maas, “comportano molti sforzi ma siamo sicuri: assieme possiamo superare questa crisi storica e se compiremo i passi giusti l’Unione europea ne uscirà più forte”.