Bruxelles – Trecentoventi miliardi di euro per ottenerne duemila. Ecco la formula magica della Commissione europea sottesa alla sua idea per il cosiddetto Recovery Fund, fondo per la ripresa considerato come strumento chiave per uscire dalla crisi economica provocata dalla pandemia di Coronavirus. L’esecutivo comunitario ha messo a punto un documento agile, di quattro paginette appena, contenente le sue idee preliminari per il prossimo bilancio pluriennale (MFF 2021-2027) e il fondo per la ripresa, strumenti collegati tra loro, e che condividerà oggi (23 aprile) con i leader dell’UE.
Il punto cardine della strategia di risposta dell’UE ed elemento centrale del confronto dei capi di Stato e di governo la Commissione lo definisce “Programma per la ripresa dell’Unione”. Non un fondo, dunque, ma un programma, un meccanismo volto a reperire soldi tramite effetto leva. “Il programma ammonta a 323 miliardi di euro e consentirà di innescare miliardi di investimenti aggiuntivi”, si legge nel documento, dove viene lasciato uno spazio bianco sulla capacità di stimolo. Quanti miliardi di investimenti aggiuntivi potranno essere innescati non è specificato, ma le stime della Commissione indicano che si potrà arrivare a un totale di 2.000 miliardi di euro.
Si tratta di un meccanismo fondato sul sistema delle garanzie, con l’UE che si fa garante attraverso il bilancio comune. Il programma per la ripresa, così come concepito, consentirebbe all’Unione di raccogliere denaro sui mercati finanziari con una lunga scadenza. “Le risorse proprie e l’architettura del bilancio pluriennale saranno adeguate per garantire la capacità di rimborso delle obbligazioni dal bilancio dell’UE in caso di scadenza dei pagamenti”. Previsto l’utilizzo delle risorse reperite “con destinazione specifica per rafforzare i programmi di spesa esistenti e per finanziare nuovi meccanismi”. Azione mirata, in sostanza.
Agli Stati si chiede uno sforzo per finanziare tutto questo. Per fornire la capacità di bilancio di intraprendere questo nuovo aumento di capitale, l’UE aumenterà il suo potenziale di garanzia fissando il massimale delle risorse proprie “significativamente al di sopra dell’attuale livello dell’1,20% del reddito nazionale lordo dell’UE”, la proposta della Commissione europea. L’ultima parola ai leader.