Bruxelles – “Sono deluso”. Forse bastano queste due parole di Michel Barnier per spiegare come procedono i negoziati tra Unione europea e Regno Unito per stabilire le prossime relazioni bilaterali dopo la Brexit.
Oggi il capo negoziatore dell’Unione ha tenuto una conferenza stampa per illustrare il lavoro svolto dalle due delegazioni questa settimana, ma passi avanti non se ne sono visti. “Un accordo è ancora possibile – ha spiegato -, ma non sono ottimista viste le posizioni dei britannici, che giudico irrealistiche perché vogliono ottenere tutti i vantaggi del mercato unico e dell’unione doganale senza regole e vincoli da rispettare”.
L’Unione, ha ribadito Barnier, un accordo lo vuole, “ma non a qualsiasi prezzo, cioè non a danno del mercato unico che non intendiamo sacrificare”.
In questa tornata di negoziati “abbiamo trovato qualche modesta apertura, ma nessun progresso sui temi più complessi, compresa la questione della parità di condizioni”, ha spiegato il francese.
Dall’altra parte della Manica si afferma invece che il rifiuto “ideologico” dell’UE di cedere sulla richiesta di condizioni di parità ha portato a “scarsi progressi” nei colloqui commerciali di questa settimana, come ha affermato il capo negoziatore britannico David Frost, secondo il quale l’Unione ha preteso “una serie di proposte nuove e sbilanciate”, che “legherebbero” il Regno Unito alll’UE “in un modo che non ha precedenti negli accordi di libero scambio e non previsto nella Dichiarazione politica”.
Barnier ha ammesso di essere “ancora determinato ma non ottimista” riguardo alle possibilità di raggiungere un accordo in tempo, ammonendo che affermando che i prossimi due round negoziali di giugno e luglio saranno fondamentali.
Il tempo oramai è praticamente finito. In base agli accordi entro il prossimo giugno si potrebbe decidere di prorogare il tempo per il negoziato, ma, nonostante le disponibilità dell’Unione, da Londra si è sempre ribadito il “no” ad allungare i tempi. Il rischio a questo punto è che si arrivi al 31 dicembre senza un’intesa sulle relazioni bilaterali future.