Bruxelles – Oggi l’Unione europea riscopre la solidarietà e scommette su una “politica comune” per il rilancio economico del continente dopo la crisi. Per il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, la proposta della Commissione europea per sostenere la ripresa “è particolarmente apprezzabile”, mobilita un grande impegno di risorse e soprattutto guarda al futuro. Il Parlamento è “soddisfatto della proposta” aggiunge Sassoli e conferma che “da qui, indietro non si torna”.
Un piano ambizioso e un approccio comune per un “problema europeo” è quello che chiedeva il Parlamento UE poco più di una settimana fa ad una Commissione ancora indecisa su come definire il proprio approccio alla ripresa economica dal Coronavirus. E malgrado il nuovo strumento ‘Next Generation EU’ presentato oggi non arrivi a quei 2 mila miliardi richiesti dai parlamentari in una risoluzione, la proposta della Commissione da 750 miliardi di euro, agganciati a un bilancio pluriennale di 1.100 miliardi, ha compattato buona parte dell’emiciclo dove Ursula von der Leyen ne ha tratteggiato le linee programmatiche.
Per molti è positivo il fatto che si sia scelto di riservare nel Piano una quota maggiore alle sovvenzioni a fondo perduto (per 500 miliardi) rispetto ai prestiti (250 miliardi di euro). È chiaro, ricordano dall’Europarlamento, che il piano della Commissione – se sarà accolto anche dal Consiglio europeo – sarà valutato sul lungo periodo, in termini di risposte concrete ad una crisi che è considerata senza precedenti. Per la maggior parte però è un buon inizio, un cambio di passo significativo per un’Europa che a inizio pandemia ha mostrato segni di scarsa solidarietà.
Da Popolari, Socialisti, Liberali e in buona parte anche dai Verdi arriva ampio sostegno all’approccio dell’esecutivo von der Leyen. Per il PPE, area politica d’appartenenza della presidente, si torna finalmente a parlare di una solidarietà europea, “come quella evocata settant’anni fa da Robert Schuman”, suggerisce il capogruppo Manfred Weber. “Aiutando le persone e i paesi più colpiti, stiamo aiutando tutti noi”, sottolinea nel suo intervento. Per la ripresa dell’Unione europea è fondamentale mantenere un mercato unico forte. “Dovremmo avere il coraggio di aprire questo nuovo capitolo e prevenire un’altra generazione perduta in Europa”. Un piano ambizioso, europeista, che va nella giusta direzione. Così lo definisce anche la capogruppo dei socialdemocratici Iratxe Garcia Perez. Sulla crisi innescata dal Coronavirus c’è il rischio di veder fallire il progetto europeo e la Commissione europea “sembra ora averlo capito”.
Sulla stessa linea anche il capo delegazione del partito democratico all’Europarlamento, Brando Benifei. “La sua proposta è ambiziosa e sembra dare una risposta adeguata, a livello della sfida”. L’ambizione della Commissione europea è alta, “noi la sosterremo, sosterremo questo sforzo nel momento in cui manterrà questa ambizione”. Con la proposta presentata oggi, sottolinea ancora l’europarlamentare dem Patrizia Toia, “si profila una nuova prospettiva più solidale, più attenta a ridurre le differenze tra Stati forti e Stati deboli, più desiderosa di trovare una via d’uscita comune e più consapevole che gli “aiuti e i debiti condivisi” sono un investimento per il futuro comune”.
“Un grande passo avanti”, è definito anche dalla co-presidente dei Verdi, Ska Keller. “Accogliamo con favore l’attenzione rivolta alle sovvenzioni per garantire che nessuno Stato membro sia lasciato indietro nella crisi”. Per il gruppo, vista l’attenzione riservata al tema, è importante che gli investimenti previsti dal fondo di ripresa siano destinati a progetti di lungo termine e connessi a una ripresa verde. Su questo, la Commissione ha già più volte ribadito l’interesse a favorire una modernizzazione dell’economia europea attraverso il Fondo, tanto in termini di transizione ‘green’ che di rivoluzione digitale.
Soddisfatto anche il vice presidente del Parlamento Fabio Massimo Castaldo (M5S) il quale sottolinea come siano stata accolte molte proposte del governo italiano, ma ammonisce che “bisognerà profondere tutte le energie per vincere le ultime resistenze dei cosiddetti ‘Paesi frugali’: le imprese e le famiglie europee chiedono al Consiglio europeo velocità e unanimità nel recepire queste misure, è urgente infatti ripristinare quanto prima il mercato unico con pari
condizioni fra i Paesi europei. L’Italia si farà trovare pronta a questo appuntamento”.
C’è di buono, sottolinea il liberale Dacian Ciolos, che il pacchetto della Commissione europea è stato pensato per aiutare tutti i paesi, e non solo quelli più duramente colpiti in termini sanitari. Sempre da Renew Europe anche l’italiano Sandro Gozi sottolinea che le risorse che saranno destinate all’Italia, che a quanto risulta sarà la prima beneficiaria del fondo, “sono anche la migliore risposta a quei sovranisti e neonazionalisti italiani che non perdono occasione per attaccare l’Ue, che auspicano l’uscita del nostro Paese e che parlano di Europa a trazione franco-tedesca”.
L’affondo è rivolto in particolare agli esponenti di Lega e Fratelli d’Italia che sono ancora scettici sulla risposta UE alla crisi. Per Alessandro Panza, del gruppo Identità e Democrazia (di cui la Lega fa parte all’Europarlamento), la proposta di von der Leyen rispecchia, se pur con qualche modifica, la proposta di Angela Merkel ed Emanuel Macron avanzata una settimana, “dimostrando ancora una volta la subalternità della Commissione europea al duopolio franco-tedesco”. Tante le ragioni per essere diffidenti: “Non abbiamo sentito nulla per quei settori non considerati strategici, ma essenziali per le economie di molti Paesi, a partire dal turismo”. Ma preoccupano soprattutto i tempi per l’entrata in vigore del Fondo di ripresa. “Vedremo effetti concreti solo dal prossimo anno” denuncia l’eurodeputato del Carroccio. Duro anche l’attacco della co-presidente della Sinistra Unitaria (GUE), Manon Aubry, per cui il fondo rappresenta appena un terzo di quanto inizialmente proposto dal Parlamento europeo.
Sono diversi poi a sottolineare la necessità di aumentare le risorse proprie dell’Unione europea, che andrebbero ampliate per ripagare il debito comune che andrà a formarsi per sostenere la ripresa. Su queste, per ora ci sono solo alcune ipotesi proposte dalla Commissione, tra tassa sul digitale e sul carbonio. Un capitolo su cui anche l’Europarlamento ha puntato molto ma su cui diverse cose devono essere ancora definite, soprattutto in termini di tempistica e di portata.
La proposta di von der Leyen, spiega Sassoli in conferenza stampa, sarà ora analizzata nel dettaglio dal Parlamento ma viene riconosciuta come profondamente ambiziosa. Un punto da cui partire e da cui non si potrà tornare indietro, conferma il presidente. La partita più difficile si giocherà in sede di Consiglio europeo dove il blocco dei paesi soprannominati ‘frugali’ (Paesi Bassi, Austria, Svezia, Danimarca) potrebbe opporsi, ritardando ancora i negoziati sul Fondo e sul Bilancio pluriennale dell’Unione. È lì, come sottolinea Isabella Adinolfi del Movimento 5 stelle, che alcuni paesi proveranno a “ridimensionare” la solidarietà dell’Unione europea.
Il piano della Commissione è stato accolto con favore anche dal mondo delle imprese (domani se ne parlerà in uno SmartEvent di Eunews) con l’associazione delle PMI europee che parla di “significativo passo avanti” e BusinessEurope, che raggruppa le Confindustrie dei 27 che sottolinea in una nota come “oltre alla forte attenzione per le transizioni verdi e digitali, accogliamo con favore il rafforzamento delle principali catene del valore industriali e degli ecosistemi. Ciò sarà cruciale per rilanciare e modernizzare l’economia europea e allo stesso tempo contribuire a fornire un supporto efficace ed efficiente alla nostra ampia base industriale”.