Roma -Venti giorni fa il voto a Bruxelles contro il MES e il resto del pacchetto economico proposto dall’Unione europea. Ora per gli europarlamentari dissidenti del Movimento 5 Stelle è arrivata la sanzione. Sospesi dal Movimento per un mese Ignazio Corrao, Rosa D’Amato e Nicola Pedicini. Per Eleonora Evi, che non aveva partecipato al voto, il provvedimento più blando del richiamo. Corrao e D’Amato sono anche stati sollevati dall’incarico di facilitatori.
“Rispetto il verdetto dei probiviri e non farò ricorso”, ha commentato l’europarlamentare siciliano Corrao che con i colleghi aveva votato contro la risoluzione dell’aula che sugli aiuti dell’UE che comprendeva un riferimento anche al MES. “Continuerò a lavorare con la grinta di sempre e spero che il futuro congresso, che spero sia prima possibile, dia la possibilità al Movimento di rinnovarsi e rilanciarsi”.
Accetta la sanzione anche Nicola Pedicini: “La mia e la nostra contrarietà non era a un pacchetto per la ripresa economica in Unione Europea, ma alla risoluzione politica che conteneva la polpetta avvelenata del MES”. Rivendicando la battaglia identitaria spiega di essere consapevole di aver trasgredito la regola di “adeguarsi alla decisione di maggioranza espressa in delegazione” e tuttavia di considerare più importante quella della fedeltà al programma elettorale che “hanno sempre previsto la contrarietà al MES”.
Il voto sulla risoluzione del 17 aprile scorso dell’aula di Bruxelles registrò non solo la spaccatura della maggioranza a Palazzo Chigi con la delegazione del M5S in ordine sparso, ma anche l’opposizione che divise Fratelli d’Italia dalla Lega e Forza Italia che votarono contro gli Eurobond.
La vicenda sembra andare però al di là di una semplice sanzione temporanea. Sembra chiara infatti la lettura dell’inizio dello scontro che potrebbe consumarsi al prossimo congresso tra i due fronti dei Cinquestelle con gli antigovernativi che promettono battaglia. Secondo una delle parlamentari più critiche, l’ex ministra Barbara Lezzi, “si tratta di un segnale preciso”, che poi significa isolare Alessandro Di Battista “reo di aver fatto una proposta chiedendo di non rinnovare i vertici della più importante partecipata di Stato (ENI ndr)”. Un segnale che fa il paio con la vicinanza politica all’ex deputato degli esponenti sanzionati.
L’accusa pesante della parlamentare pugliese è che i vertici del Movimento di certi argomenti “preferiscono parlare con Franceschini, Boschi e Salvini, anziché confrontarsi all’interno”. E questo è solo un primo assaggio della battaglia che si consumerà agli Stati Generali continuamente rinviati e previsti ora per l’autunno prossimo.