Bruxelles – Da una parte la soddisfazione per lo scampato pericolo di un mancato accordo dagli effetti potenzialmente disastrosi, dall’altro la soddisfazione per un accordo definito “storico”. Ma di fronte a quanto partorito dai capi di Stato e di governo nell’interminabile maratona negoziale per il nuovo bilancio pluriennale (MFF 2021-2027) e meccanismo per la ripresa (Next Generazion EU), il Parlamento europeo ha ancora qualche riserva e qualche perplessità. Non tanto sul recovery fund, quanto sul budget di lungo periodo.
I negoziatori del Parlamento europeo per il bilancio si dicono innanzitutto “dispiaciuti” per la decisione di “abbandonare completamente la ‘soluzione ponte’”, il cui obiettivo era proprio quello di fornire una risposta immediata alla crisi ai cittadini, a seguito dell’epidemia di Covid-19. Nella posizione comune Johan Van Overtveldt (ECR), Jan Olbrycht (PPE), Margarida Marques (S&D), José Manuel Fernandes (PPE), Valérie Hayer (RENEW) e Rasmus Andresen (Verdi) rilevano che “il quadro è molto più negativo” per quanto riguarda il bilancio a lungo termine dell’UE. “Il Parlamento non può accettare i massimali minimi da record proposti poiché significano rinunciare agli obiettivi a lungo termine e all’autonomia strategica dell’UE”.
La presa di posizione non sorprende. La proposta negoziale del Parlamento per il bilancio era di 1.324 miliardi di euro. Con l’accordo raggiunto in Consiglio mancano all’appello 250 miliardi. Non vengono graditi i tagli alla ricerca (Horizon) e al fondo per gli investimenti strategici (InvestEU). “Ci impegneremo per garantire miglioramenti, compresi importi più elevati”, anche su programmi quali LIFE (tutela ambientale) ed Erasmus + (mobilità di studenti e lavoratori). “Se le nostre condizioni non saranno sufficientemente soddisfatte”, il Parlamento si esprimerà “come previsto dal Trattato”. Arriva una minaccia di veto, in sostanza.
Il capogruppo di liberali (Renew), Dacian Ciolos, già anticipa che “la proposta del Consiglio necessita di consistenti miglioramenti” perché così com’è il bilancio non va. “Abbiamo sempre affermato che il fondo per la ripresa non può essere istituito a spese del bilancio”, ma i liberali hanno l’impressione che questa condizione non sia stata rispettata. Dello stesso avviso anche Brando Benifei, capo delegazione del PD a Bruxelles. Sul meccanismo per la ripresa “si è raggiunto un accordo storico”, ma “adesso il Parlamento Europeo è chiamato a migliorare ulteriormente la proposta di bilancio”. E’ comunque la capogruppo dei socialdemocratici, Iratxe Garcia Perez, a dettare la linea: “Lavoreremo per apportare i necessari miglioramenti”.
The good news is that there is a deal. The list of bad news is long: cuts to health and climate programmes; not more than vague words on Rule of Law; cuts in long-term budget… not to forget the poisoned atmosphere. #euco #RecoveryFund
— Ska Keller (@SkaKeller) July 21, 2020
I Verdi, con Ska Keller, fanno la lista delle cose che non vanno. Tagli ai programmi sanitari e climatici, “vaghe parole” sullo stato di diritto, tagli nel budget a lungo termine. Meno netto e più possibilista il capogruppo dei popolari, Manfred Weber. “L’accordo è un passo avanti, adesso il Parlamento farà le sue valutazioni”.
Tra le fila dei Non iscritti il pentastellato Ignazio Corrao fa notare che “arrivano i tagli ai progetti ambiziosi che la Commissione aveva delineato sul Green deal, la Ricerca e l’innovazione”. Quindi, al netto di quella che il vicepresidente del Parlamento Fabio Massimo Castaldo (M5S) saluta come “una grandissima vittoria politica per l’Italia”, adesso bisognerà negoziare con il Parlamento. Al momento la linea dell’Eurocamera è che un accordo sul bilancio, così com’è, non può essere dato per scontato. Bisognerà negoziare.