Bruxelles – Sulla scia della crisi prodotta dalla pandemia di Coronavirus l’Unione europea cerca la riconciliazione con gli Stati Uniti nella ‘guerra dell’aria’ che vede contrapposte le due sponde dell’Atlantico. Airbus, principale costruttore di aeromobili europeo e diretto concorrente della statunitense Boeing, ha deciso di modificare delle regole contrattuali con i governi di Francia e Spagna, così da mettere fine ad ogni tipo di accusa di politiche di sostegno contrarie alle regole di mercato. Una mossa che vorrebbe vedere quanto meno l’alleggerimento dei dazi degli Stati Uniti sui prodotti europei.
Nell’ottobre del 2019 l’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) si è espressa sulla disputa Airbus-Boeing, riconoscendo che alla casa europea per anni erano stati concessi aiuti contrari alle regole. La diretta conseguenza è stata l’autorizzazione per il governo americano di rivalersi sull’Europa imponendo dazi per 7,5 miliardi di dollari l’anno (circa 6,8 miliardi di euro) su merci di vari settori, di tutti gli Stati membri.
Adesso Airbus tenta di cambiare le carte in tavola, per il bene delle relazioni trans-atlantiche e “per coloro che soffrono del forte impatto delle tariffe imposte dall’autorità degli Stati Uniti, specialmente in un momento in cui le industrie sono duramente colpite dalle conseguenze della crisi COVID-19”, spiega il consorzio europeo nell’annunciare la decisione.
Airbus aggiorna dunque i contratti per lo sviluppo del velivolo A350, e l’Ue ne approfitta. Il commissario per il Commercio, Phil Hogan, chiede che gli Stati Uniti di rivedere integralmente la loro linea. “Le tariffe ingiustificate sui prodotti europei non sono accettabili e, a causa della conformità nel caso Airbus, insistiamo sul fatto che gli Stati Uniti sollevano immediatamente tali tariffe ingiustificate”.