- L'Europa come non l'avete mai letta -
giovedì, 16 Ottobre 2025
No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
Eunews
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Digital
  • Green
  • Agricoltura
  • Altre sezioni
    • Agenda europea
    • Cultura
    • Sport
    • Postcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
  • Eventi
  • Newsletter
  • Invasione russa in Ucraina
  • Europee 2024
  • Fit for 55
  • Energia
  • Hge
  • Agrifood
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Digital
  • Green
  • Agricoltura
  • Altre sezioni
    • Agenda europea
    • Cultura
    • Sport
    • Postcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
No Result
View All Result
Eunews
No Result
View All Result

Home » Economia » Stefan Pan (Confindustria): Per la ripresa è necessario un accordo solido tra i governi UE

Stefan Pan (Confindustria): Per la ripresa è necessario un accordo solido tra i governi UE

INTERVISTA al delegato del presidente degli industriali italiani per il coordinamento delle relazioni con i colleghi dell'Unione. "Non possiamo permetterci di fallire nell’implementazione del Recovery Plan"

Lena Pavese di Lena Pavese
14 Ottobre 2020
in Economia
Stefan Pan

Stefan Pan

Bruxelles – Le ragioni per preoccuparsi sono molte, e non solo per gli imprenditori, su quanto sta avvenendo in Europa. La Brexit, le misure per la ripresa, il difficile negoziato sul Quadro finanziario pluriennale.  Ne abbiamo parlato con Stefan Pan, delegato del Presidente di Confindustria per il coordinamento e lo sviluppo delle relazioni con le organizzazioni UE di rappresentanza industriale, alla vigilia del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre.

Su Brexit, lo scenario di un no deal comincia ad essere preso seriamente in considerazione e c’è chi già parla di un accordo parziale o di possibili “mini accordi”, che possano tamponare gli effetti immediati dell’uscita del Regno Unito dall’Ue, in particolare nei settori dei trasporti aerei e stradali.

Non è sufficiente un semplice Free Trade Agreement (FTA). Abbiamo bisogno di un accordo che copra anche gli aspetti normativo-regolamentari, che preservi la concorrenza leale e il mercato unico e che rispetti gli impegni già assunti dall’Unione e dal Regno Unito con l’Accordo di recesso e la Political Declaration.

Per questo abbiamo sempre sostenuto, in linea con l’intera comunità imprenditoriale europea, la necessità di un accordo onnicomprensivo e ambizioso, da raggiungere in tempo per consentire la ratifica e l’entrata in vigore entro il primo gennaio 2021.

E oggi (mercoledì 14 ottobre) abbiamo firmato, insieme ai tedeschi di BDI e ai francesi di MEDEF, un appello comune rivolto ai negoziatori di entrambe le parti affinché facciano prevalere il senso di responsabilità nel reciproco interesse dell’Unione europea e del Regno Unito e ci consegnino in tempo l’accordo ambizioso di cui abbiamo tutti bisogno.

Per quanto riguarda i negoziati sul Bilancio Pluriennale da cui dipende in parte la sorte del Recovery Fund, i colli di bottiglia sono al momento tre: la richiesta del Parlamento europeo di maggiori fondi per il Bilancio post 2020, il braccio di ferro tra Parlamento e Consiglio e tra Stati membri in Consiglio sulla condizionalità per l’accesso ai fondi di Next Generation Eu legata al rispetto dello stato di diritto, e la ratifica dei 27 Parlamenti nazionali della Decisione sulle risorse proprie, su cui si regge sia la nuova proposta di Bilancio pluriennale e che il Recovery Fund. Partita difficile, che ne pensa?

In questo momento tutti hanno una leva per bloccare il negoziato, ma pochi hanno un’opzione credibile per riuscirci davvero assumendosene la responsabilità politica e storica.

Il Parlamento europeo può minacciare di porre il veto al QFP e ai regolamenti di spesa, ma alla fine la sua maggioranza ha un forte interesse a che i fondi arrivino agli Stati membri e a che non siano trattenuti a Bruxelles. Lo stesso vale per molti Stati membri. Perfino Orbán non ha una minaccia credibile per far saltare il banco delle trattative e dovrà accettare di scendere a compromessi pur di recuperare i soldi europei di cui l’Ungheria ha bisogno.

Quelli che possono davvero bloccare il processo sono i Paesi che hanno meno bisogno di soldi: i Paesi frugali. Possono farlo irrigidendosi sulla condizionalità legata allo stato di diritto oppure strumentalizzando il processo di ratifica nei rispettivi parlamenti nazionali, che è necessario per l’entrata in vigore di tutto il pacchetto di misure.

Su questo punto – la ratifica di 27 Parlamenti nazionali – c’è molta confusione o sottovalutazione del rischio. Per questo è necessario che a Bruxelles le Istituzioni europee trovino rapidamente un accordo politico solido, in grado di convincere anche le opinioni pubbliche e i Parlamenti dei Paesi finora meno disponibili.

I tempi rischiano di allungarsi. E’ preoccupato?

È improbabile che questo processo possa concludersi entro gennaio. La prima tranche “senza condizioni” dei soldi del Recovery, pari al dieci percento, arriverà sotto forma di pagamento anticipato entro il primo semestre del prossimo anno, ma la seconda tranche sarà condizionata dai piani che i Paesi devono presentare entro il 30 aprile 2021.

La Commissione avrà 2 mesi per valutare ben 27 piani. Il Consiglio poi avrà un altro mese. Eccoci arrivati a luglio 2021. In teoria, i Paesi potrebbero presentare i piani prima del 30 aprile, ma dubito fortemente che questo accadrà, visto il numero di attori coinvolti e visto che nessun Paese vorrà essere scrutinato con attenzione e in solitaria dagli altri.

Il tema ora è un altro: qualche giorno fa il Presidente del Supervisory Bord della BCE Andrea Enria ha annunciato un potenziale tsunami di sofferenze bancarie che travolgerebbe il sistema economico europeo nel caso di una seconda ondata di misure restrittive imposte dai governi a causa della pandemia. Alcuni Stati membri stanno già adottando misure forti per sostenere le attività produttive ma il rischio è che quando diventerà pienamente operativo il piano da 750 miliardi risulti insufficiente e che si dovrà dunque discutere di come e di quanto rafforzarlo. Per questo non possiamo permetterci ritardi.

L’Italia e il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza. Confindustria è pronta a fare la sua parte?

Ha ragione il Presidente Bonomi quando dice non possiamo permetterci di fallire nell’implementazione del Recovery Plan, perché il danno per il Paese sarebbe immenso e lo pagheremmo tutti, per gli anni a venire.

L’Italia ha avviato i lavori per preparare il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza con cui dovrà definire il programma di riforme e investimenti per gli anni 2021-23.

Sappiamo che la Commissione ha avviato un dialogo con gli Stati membri affinché tutte le indicazioni siano tenute in debita considerazione: Confindustria considera questo dialogo fondamentale ed auspica che la Commissione lo estenda coinvolgendo anche agli attori economici. Noi siamo disponibili a fornire ogni eventuale supporto necessario e a fare la nostra parte.

Abbiamo sempre sostenuto la necessità per l’Italia di seguire le raccomandazioni della Commissione sulle riforme strutturali da portare avanti (sostenibilità della spesa pubblica, politiche attive del lavoro, investimenti per l’economia reale, riforma della PA ed efficientamento del sistema giudiziario). Pensiamo quindi che il Piano Nazionale rappresenti un’occasione unica per introdurre nel Pese quei cambiamenti strutturali e sistemici di cui ha davvero bisogno e che noi rivendichiamo da tempo.

Per quanto riguarda gli investimenti, gli interventi dovranno essere necessariamente parte di una strategia di sviluppo del Paese più ampia, coerente e sinergica con il framework europeo, fortemente ancorata ai due pilastri del Next generation EU e del QFP, puntando su digitalizzazione e sostenibilità. Le priorità sono senz’altro dare continuità al Piano Transizione 4.0, rilanciare l’idea degli appalti innovativi, finanziare gli IPCEI e potenziare la dotazione impiantistica del Paese.

Tags: brexitconfindustriaconsiglio europeoRecovery PlanStefan Pan

Eunews Newsletter

Ti potrebbe piacere anche

La Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola alla riunione informale del Consiglio europeo a Budapest. Credit: Ferenc Isza / AFP
Economia

L’Ue impari a sfruttare le proprie risorse e investa di più per la competitività, dice Metsola

8 Novembre 2024
orban michel draghi
Politica

L’Ue e Draghi ospiti da Orbán. Il vertice di Budapest è già arenato su come finanziare la competitività europea

5 Novembre 2024
leader ue israele
Politica Estera

L’Ue si riscopre unita nei confronti degli attacchi di Israele all’Onu: “Il suo comportamento è sempre meno tollerato”

18 Ottobre 2024
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (a sinistra) con i leader di Danimarca e Cipro in un momento che precede i lavori del vertice dei capi di Stato e di governo dell'Ue [Bruxelles, 17 ottobre 2024. Foto: European Council]
Politica

Immigrazione, l’Ue apre alla ‘linea Meloni’: “Considerare modi alternativi di contrasto a quella irregolare”

17 Ottobre 2024
Consiglio Europeo Ucraina Allargamento Ue Ursula von der Leyen migrazione
Politica

Il vertice dei 27 Ue mentre si aggravano i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. Ma a tenere banco sarà la migrazione

16 Ottobre 2024
Zelensky
Politica Estera

Ecco il “piano per la vittoria” che Zelensky presenterà al vertice dei leader Ue

16 Ottobre 2024
Made with Flourish

Il Rapporto Draghi in italiano

di Redazione eunewsit
9 Settembre 2024
CondividiTweetCondividiSendCondividiSend

Secondo articolo

di IT Withub
20 Dicembre 2024

Riassunto secondo articolo

Banane brandizzate Chiquita. Credit:   Justin Tallis / AFP

Quello che capita

di Redazione eunewsit
16 Dicembre 2024

kjashasaskdlasmnc ddddddddd

Credit: Tiziana FABI / AFP

Prova Programma 2

di Redazione eunewsit
12 Dicembre 2024

vfdvddfvdfvdvd

Borrell

Prova programma

di Redazione eunewsit
12 Dicembre 2024

cdfjlkdsjlkfjlfjkldfs

  • Chi siamo
  • Eventi
  • Contatti
  • L’Editoriale
  • 7 racconti di Diego Marani
  • Privacy Policy
  • Cookie policy

Eunews è una testata giornalistica registrata - Registro Stampa del Tribunale di Torino n° 27

Copyright © 2023 - WITHUB S.p.a., Via Rubens 19 - 20148 Milano
Partita IVA: 10067080969 - Numero di registrazione al ROC n.30628
Capitale sociale interamente versato 50.000,00€

No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Digital
  • Green Economy
  • Agricoltura
  • Agenda europea
  • Cultura
  • Sport
  • Editoriali
  • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata

No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Digital
  • Green Economy
  • Agricoltura
  • Agenda europea
  • Cultura
  • Sport
  • Editoriali
  • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata

This site is registered on wpml.org as a development site. Switch to a production site key to remove this banner.

Attenzione