Bruxelles – Se si volesse riassumere l’approccio delle ultime settimane ai negoziati per le relazioni post-Brexit tra Unione Europea e Regno Unito, si potrebbe prendere in prestito dai latini la locuzione festina lente, ‘affrettati lentamente’. Dal 22 ottobre scorso i capi-negoziatori Michel Barnier e David Frost, con le rispettive delegazioni, stanno discutendo quasi ogni giorno a Londra e a Bruxelles per trovare un accordo. Ma nonostante tutte le rassicurazioni sul fatto che le parti pian piano si stiano sempre più avvicinando, “rimangono ancora divergenze fondamentali“, ha fatto sapere oggi (lunedì 23 novembre) su Twitter il capo-negoziatore UE Barnier. “Il tempo è poco”, ha aggiunto commentando la ripresa dei colloqui con Frost dopo i confronti tecnici del fine settimana, “ma continuiamo a lavorare duro per un accordo”. Da giovedì scorso i colloqui sono passati alla modalità online, dopo che un membro della squadra UE è risultato positivo al Covid-19 e lo stesso Barnier si è dovuto sottoporre alla misura dell’isolamento fiduciario.
https://twitter.com/MichelBarnier/status/1330828409757442048?s=20
Quando mancano 38 giorni alla fine del periodo di transizione (31 dicembre), sul fronte britannico questa mattina sono cresciute le aspettative dei mercati per una potenziale svolta nei negoziati: in apertura a Londra la sterlina ha toccato il suo livello più alto contro il dollaro da 11 settimane. Ad alimentare la fiducia degli operatori sarebbero le indicazioni dei colloqui della settimana scorsa a Bruxelles, secondo cui un’intesa sarebbe ormai definita al 95 per cento. Bisogna ricordare che le indiscrezioni di mercoledì davano per oggi l’annuncio pubblico di una svolta per i negoziati, ma l’unica comunicazione arrivata da Bruxelles è che “le divergenze rimangono sempre le stesse”, come ha puntualizzato il portavoce della Commissione per i negoziati UE-Regno Unito, Daniel Ferrie. Stiamo parlando di pesca nelle acque britanniche, level playing field (insieme di regole e standard comuni che evitano un vantaggio competitivo delle imprese di un Paese rispetto a quelle che operano in altri) e governance (intesa sulla gestione dell’Accordo di recesso ed eventuali relazioni future).
Nessuna novità invece per quanto riguarda un possibile nuovo colloquio telefonico tra la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, e il premier britannico, Boris Johnson, ha commentato lo stesso portavoce. Il tempo a disposizione è poco, ma i negoziati procedono lentamente: in questo festina lente della Brexit, si assottiglia sempre di più la linea tra ‘agire senza indugi, ma con cautela’ e rischio di un fallimento dei negoziati, con un no deal.