Bruxelles – Non ci è voluto molto. Dopo la scissione dalla delegazione del Movimento 5 Stelle in Europa maturata giovedì 3 dicembre, i quattro eurodeputati Ignazio Corrao, Eleonora Evi, Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato dovrebbero finire tra le fila del gruppo parlamentare dei Verdi (GREENS / EFA) già questo mercoledì. Ad annunciarlo sarà lo stesso gruppo ecologista del Parlamento europeo al termine di una riunione del 9 dicembre.
L’ipotesi di una scissione era nell’area già da tempo, i quattro erano in dissenso non solo sui contenuti, ma più in generale sull’orientamento politico che aveva assunto il Movimento negli ultimi anni. Oggi la delegazione dei 10 (prima della scissione 14) deputati pentastellati al Parlamento europeo appartiene al gruppo dei Non-Iscritti. Dall’inizio della legislatura erano però in attesa di una decisione del gruppo ambientalista per poterci entrare. Il dialogo era stato in stallo a lungo, frenato da alcune criticità individuate nel Movimento italiano: dal controllo esercitato dalla Casaleggio Associati, alla poca trasparenza nel ruolo della piattaforma Rousseau nei processi decisionali, ai legami che il Movimento ha avuto con il gruppo euroscettico di Nigel Farage o l’alleanza con la destra di Matteo Salvini nel primo governo Conte.
In alcune recenti dichiarazioni – quando a Bruxelles si sono diffuse le voce di una possibile scissione del M5S – era stato lo stesso co-presidente dei Verdi Philippe Lamberts a lasciare uno spiraglio aperto, mostrandosi più possibilista: se “alcuni” eurodeputati prenderanno “le distanze” dal M5S, “vedremo che cosa si può fare”, aveva dichiarato all’Adnkronos poco prima che si formalizzasse la scissione. E così in effetti è stato e come era prevedibile la rottura dei quattro deputati ha accelerato la transizione. Parlando con Eunews, fonti del gruppo dei Verdi all’Europarlamento non avevano escluso che qualcosa potesse cambiare dopo gli Stati Generali del Moviemento (del 14 e 15 novembre), considerati dallo stesso Movimento uno ‘spartiacque’ per chiarire a quale famiglia politica europea il M5S volesse appartenere. In una intervista con Eunews, l’eurodeputata Evi aveva ribadito di aver “sempre pensato che il M5S si potesse collocare sul fronte ambientalista e quindi che il gruppo dei Verdi fosse la nostra naturale collocazione”.
Nell’attesa di una risposta dai Verdi, i 5Stelle si erano nel frattempo aperti al dialogo con altri gruppi parlamentari europei, tra cui anche il gruppo dei Socialisti & Democratici, di cui fa parte la delegazione dem all’Europarlamento. Dopo mercoledì, è probabile che i dieci deputati 5 stelle rimasti nel gruppo dei Non-Iscritti cerchino di velocizzare i colloqui con gli altri gruppi al Parlamento europeo per non rimanere ancora nel limbo.