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Home » Politica Estera » Brexit, primi segnali di apertura: intesa “di principio” su attuazione Accordo di recesso in attesa del vertice Johnson-von der Leyen

Brexit, primi segnali di apertura: intesa “di principio” su attuazione Accordo di recesso in attesa del vertice Johnson-von der Leyen

Per il vicepresidente della Commissione UE Sefcovic "la questione del confine irlandese è un grosso ostacolo rimosso, spero abbia dato un impulso positivo". Johnson mercoledì sera a Bruxelles

Federico Baccini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@federicobaccini" target="_blank">@federicobaccini</a> di Federico Baccini @federicobaccini
8 Dicembre 2020
in Politica Estera

AGGIORNAMENTO delle ore 21.00

Il premier inglese, Boris Johnson, arriverà domani sera (mercoledì 9 dicembre) a Bruxelles per provare a dare la svolta decisiva ai negoziati sulle relazioni post-Brexit tra Unione Europea e Regno Unito. “Attendo di dare il benvenuto al primo ministro britannico, Boris Johnson”, ha fatto sapere su Twitter la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, “continueremo la nostra discussione sull’accordo di partenariato”. Un portavoce di Downing Street ha confermato il contenuto del tweet della presidente della Commissione: “Il primo ministro Johnson sarà domani a Bruxelles per cenare con la presidente von der Leyen al fine di proseguire le discussioni sulle relazioni future con l’UE”.

Bruxelles – È intensa la giornata di lavori sui negoziati post-Brexit che si è aperta dopo il colloquio telefonico di ieri sera (lunedì 7 dicembre) tra il premier britannico, Boris Johnson, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. La decisione di un incontro di persona tra i due a Bruxelles nei prossimi giorni (ancora deve essere resa nota la data) sembra aver rotto uno stallo che dura ormai da mesi. Oggi si iniziano a raccoglierne i frutti.

Prima di tutto, il vicepresidente per le relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, Maroš Šefčovič, e il cancelliere del Ducato di Lancaster, Michael Gove (ministro senza portafoglio che agisce da braccio destro del premier Boris Johnson) hanno annunciato di aver raggiunto “un accordo di principio” sull’implementazione dell’Accordo di recesso, “in particolare per quanto riguarda il protocollo sull’Irlanda e l’Irlanda del Nord”. I due co-presidenti del comitato misto UE-Regno Unito si sono incontrati ieri a Bruxelles per affrontare le questioni rimaste in sospeso sull’attuazione dell’Accordo, in modo che sia “pienamente operativo a partire dal 1° gennaio 2021” e protegga l’Accordo del Venerdì Santo “per il mantenimento della pace, stabilità e prosperità nell’isola d’Irlanda”. Nella nota congiunta viene esplicitato che “alla luce di queste soluzioni concordate di comune accordo, il Regno Unito ritirerà le clausole 44, 45 e 47 del disegno di legge sul mercato interno” e “non introdurrà disposizioni simili nel disegno di legge sulla tassazione”. La decisione era stata anticipata ieri sera dall’offerta formale del governo britannico di ritirare o disattivare le clausole controverse dell’Internal Market Bill per tentare di arrivare a un accordo con l’UE (proprio mentre la Camera dei Comuni dava l’approvazione per il disegno di legge).

https://twitter.com/MarosSefcovic/status/1336298681188954113?s=20

Altra novità di giornata è che la Commissione Europea, per la prima volta esplicitamente, non esclude di proseguire i negoziati sulla Brexit con il Regno Unito anche dopo il 1° gennaio. “Stiamo negoziando il futuro partenariato con il Regno Unito sulla base del nostro mandato”, ha precisato il portavoce per i negoziati UE-Regno Unito, Daniel Ferrie. “Se l’accordo non ci sarà, avremo una situazione di no deal. Ma non si esclude che i negoziati possano proseguire”. Dall’inizio del prossimo anno comunque scadrà il mandato del capo negoziatore UE, Michel Barnier, ha ricordato il portavoce. Lo stesso Barnier che, durante l’aggiornamento ai membri del Consiglio Affari Generali, ha ricordato che tra le fila UE c’è “piena unità, non sacrificheremo mai il nostro futuro per il presente“. Riferendosi nello specifico a uno dei tre nodi dei negoziati, quello sul level playing field (insieme di regole e standard comuni che evitano un vantaggio competitivo delle imprese di un Paese) ha affermato che “l‘accesso al nostro mercato è soggetto a condizioni“. Il lavoro con la controparte britannica, David Frost, servirà ora a preparare l’atteso incontro tra la presidente della Commissione e l’inquilino di Downing Street n.10.

https://twitter.com/MichelBarnier/status/1336293530961055745?s=20

Ottimismo, ma con cautela

“Sono ottimista di natura e con un approccio serio e propositivo si può arrivare a un risultato”, ha commentato così l’inizio di una “settimana intensissima” il vicepresidente della Commissione Šefčovič, al termine del Consiglio Affari Generali. Attraverso l’intesa raggiunta con Gove, “abbiamo rimosso un grosso ostacolo e spero che questo possa aver dato un impulso positivo per le ultime questioni rimaste in sospeso”. Šefčovič ha confermato che “i capi-negoziatori stanno preparando un riassunto sui punti di divergenza restanti per la riunione fisica tra von der Leyen e Johnson”, esprimendo fiducia sul fatto che “la presidente della Commissione senz’altro farà uno sforzo per esplorare tutte le possibilità”. Da parte sua, il vicepresidente Šefčovič riferirà questa sera al Parlamento UE (lo stesso farà domani Gove a Westminster), dopodiché “terremo la quinta riunione regolare del comitato misto UE-Regno Unito, dove verrà adottato formalmente il testo dell’Accordo entro la fine del mese“.

Il ministro degli Affari europei tedesco e presidente di turno del Consiglio dell’UE, Michael Roth

Più duro il ministro degli Affari europei tedesco e presidente di turno del Consiglio dell’UE, Michael Roth: “Sarò molto chiaro, le nostre relazioni future sono basate sulla fiducia. Ed è proprio questa fiducia che è in gioco nei negoziati”. Roth ha ricordato che a oggi “non ci sono stati sostanziali progressi, ma sono ancora presenti divergenze di fondo in tre settori-chiave” (oltre al level playing field, anche su pesca in acque britanniche e governance). Riferendosi all’incontro in programma tra il premier britannico e la presidente della Commissione, il ministro tedesco ha spiegato che “è una buona cosa che vengano fatti tutti gli sforzi necessari”, ma “non so dire se basteranno, nessuno lo sa”. Rimane comunque valido il fatto che “quello che vogliamo è vedere è la volontà politica da parte di Londra per un accordo, i Ventisette non lo vogliono a qualsiasi costo”. Con un’ultima precisazione sulla questione della responsabilità: “Non è un gioco, ci sono in ballo persone e relazioni future. Tutti sanno che il tempo è quasi finito, anche per la ratifica dell’accordo”, ha concluso Roth. “Ma c’è un solo negoziato, sotto la guida di Barnier, Šefčovič e von der Leyen: non si lasceranno dividere”.

Oltremanica, il gabinetto Johnson si è riunito oggi per preparare il vertice cruciale con la presidente della Commissione UE: “Un accordo post-Brexit con l’Unione Europea al momento sembra molto, molto difficile“, ha commentato ai giornalisti lo stesso premier britannico. “Certo, devo essere ottimista”, ha aggiunto, “ma le posizioni sono ancora lontane”. Il premier ha ribadito che in ogni caso fra 23 giorni “tutto cambierà” e “il Regno avrà un futuro prospero anche in caso di no deal“. Una ventata gelida sulle prime timide speranze europee di arrivare a un accordo. Meglio comunque non scordare la tendenza al bluff di BoJo: al tavolo di Bruxelles servirà una giocatrice abile per scoprire cosa si nasconde sotto quest’ultima mano.

Tags: Boris Johnsonbrexitcomitato misto UE-Regno Unitocommissione europeadavid frostInternal Market BillIrlanda del nordMaros SefcovicMichael GoveMichel Barnierno dealUe-Regno Unito

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