Roma – Sì al governo Draghi ma il voto spacca il Movimento 5 Stelle. La vigilia aveva dato dei segnali e oggi la piattaforma Rousseau dove si sono espressi gli attivisti ha dato il responso: 59,3% a favore, 40,7% contrari dei 74 mila votanti. Numeri lontani da un via libera convinto a favore dell’esecutivo nascente come invece avevano chiesto la gran parte dei vertici e primo fra tutti il suo fondatore Beppe Grillo.
Vertici che mostrano soddisfazione, “abbiamo dimostrato maturità” dice Luigi Di Maio e Vito Crimi si affretta a far saper che si tratta di “un voto vincolante” per gli eletti in Parlamento. Questo “è il massimo risultato che si può raggiungere quando una forza politica dà la parola ai propri iscritti”. Nella schiera dei contrari il leader Alessandro Di Battista lascia il movimento e con la senatrice Barbara Lezzi, guida la fronda. Gli ultimi posizionamenti danno però una maggioranza parlamentare dei penta stellati a favore di Draghi molto più consistente dei numeri emersi dalla votazione su Rousseau. Alla prova della fiducia potrebbero mancare una ventina di senatori e qualche deputato.
Per quanto riguarda il film della giornata, il premier incaricato Mario Draghi ha passato diverse ore nel suo ufficio della Banca d’Italia e poi nella sua casa romana lavorando all’agenda e con tutta probabilità a disegnare la struttura del nuovo esecutivo con le caselle da riempire. A differenza delle altre occasioni però, nulla trapela e dunque è probabile che quando verrà rivelata la squadra che lo accompagnerà, ci saranno molte sorprese.
Un silenzio che rivela la massima incertezza anche per ciò che riguarda i tempi e cioè quando scioglierà la riserva e salirà al Quirinale per consegnare al presidente Sergio Mattarella la lista dei ministri. “Si prenderà tutto il tempo necessario” è la frase che fanno filtrare, ed è dunque difficile immaginare se già domani scoprirà le carte.