Bruxelles – Qualsiasi cittadino europeo che abbia viaggiato in un altro Paese UE negli ultimi quattro anni conoscerà bene uno dei più grandi vantaggi per i viaggiatori, reso possibile da Bruxelles: il roaming gratuito, vale a dire chiamate, sms e dati Internet allo stesso costo a casa e all’estero. Entrata in vigore il 15 giugno del 2017, l’abolizione del roaming a pagamento dovrebbe scadere nel giugno 2022, ma oggi (mercoledì 24 febbraio) la Commissione Europea ha proposto di estendere le norme attuali per altri dieci anni (qui il link).
Nel suo nuovo regolamento sul roaming, il gabinetto von der Leyen ha voluto puntare sul miglioramento dei benefici per i cittadini, soprattutto quelli che viaggiano (o torneranno a viaggiare dopo la fine dell’emergenza COVID-19) sul territorio comunitario: “In un momento in cui i viaggi non essenziali sono scoraggiati, questa è un’azione importante per preparare un futuro migliore“, ha voluto accendere una speranza la vicepresidente per il Digitale, Margrethe Vestager.
Nella revisione del regolamento viene messo in chiaro che “i consumatori avranno diritto alla stessa qualità e velocità della loro connessione di rete mobile sia all’estero che a casa, dove sono disponibili reti equivalenti”. Le nuove regole garantiranno “un accesso efficiente ai servizi di emergenza, compreso il miglioramento della consapevolezza sui mezzi alternativi per le persone con disabilità”, ma anche una maggiore consapevolezza dei cittadini “sulle possibili tariffe derivanti dall’utilizzo di servizi a valore aggiunto”.
“La fine delle tariffe di roaming è un ottimo esempio di come l’Unione Europea mantiene connessi milioni di cittadini e migliora le loro vite”, ha sottolineato la vicepresidente Vestager. Secondo Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, questa “è una pietra angolare consolidata e di successo del Mercato unico“. Ma se “nel decennio digitale europeo tutti devono poter disporre di un’eccellente connettività ovunque si trovino in Europa, proprio come a casa”, il commissario Breton è stato chiaro nel ricordare anche “l’importanza del lavoro parallelo per sostenere gli investimenti in infrastrutture adeguate“.