Roma – Se ne parla ormai da diversi mesi e ora la scelta di affidare a Giuseppe Conte la guida del Movimento, la strada dell’avvicinamento si accorcia. Una decisione ufficiale sulla possibilità di ingresso nel gruppo dei Socialisti e democratici europei a Bruxelles è ancora molto lontana ma ora gli eurodeputati a Cinque stelle spingono con più decisione.
L’accelerazione nasce dalle novità romane del fine settimana, dopo che Giuseppe Conte ha dato la sua disponibilità a guidare il Movimento ponendo la condizione a favore una collocazione progressista. Scelta che nella comunità del M5S non è affatto scontata ma che ieri dopo il colloquio con Beppe Grillo ha fatto un piccolo passo in avanti.
La capo delegazione Tiziana Beghin in una intervista a Repubblica spiega che “con S&D c’è un rapporto leale e proficuo sui contenuti e con gli europarlamentari del PD ci confrontiamo già spesso. Sono il secondo gruppo in Europa e incidono enormemente sui processi legislativi, noi possiamo dare una mano e rafforzare le battaglie europeiste”.
Quella di Conte che assume un ruolo di guida, “è una buona notizia – dice il capodelegazione del PD Brando Benifei – perché può essere una figura stabilizzatrice e trasformativa, rispetto a un Movimento che ha avuto tante tensioni”. L’ingresso dunque non è dietro l’angolo, “vedremo” aggiunge l’europarlamentare Dem, consapevole che le posizioni nel partito a Roma e Bruxelles sono diverse e che l’approdo di dieci deputati M5S comporterebbe dei cambi di equilibri anche nel gruppo dei socialisti dove ora la delegazione maggiore è quella spagnola che esprime anche la presidente Iratxe García Pérez. “Un passaggio politico a cui dobbiamo arrivare con la massima cautela, con una discussione vera” dice anche Massimiliano Smeriglio.
Tra gli eletti del Movimento 5 stelle, quattro hanno recentemente lasciato per approdare nel gruppo dei Verdi mentre gli attuali dieci insieme al vicepresidente del Parlamento Fabio Massimo Castaldo, sono attualmente iscritti al gruppo misto.
“Se entrano loro non potrei rimanere”, ha detto Carlo Calenda a proposito dell’ingresso del M5S tra i socialisti, aggiungendo di essere rimasto nella delegazione PD-Siamo Europei “per rispetto del mandato elettorale”. Lo stesso motivo, per coerenza, forse dovrebbe portarlo anche alle dimissioni dal seggio di Strasburgo.