Bruxelles – Cambiare il ritmo della transizione energetica e mettere i cittadini al centro del processo. Questo il monito del Comitato economico e sociale europeo (CESE) che nell’ultima sessione plenaria ha affrontato lo status di avanzamento dell’Unione dell’energia e dei piani nazionali per l’energia e il clima per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici dell’UE a lungo termine (2050).
Il ritmo della trasformazione “deve essere notevolmente accelerato se vogliamo raggiungere gli obiettivi energetici e climatici dell’UE per il 2050”, scrive il Comitato consultivo dell’UE in una nota. Ma è soprattutto la situazione sociale ed economica dei singoli Stati membri che “non deve essere trascurata nel processo di transizione, perché questo potrebbe compromettere l’accettazione sociale degli investimenti” e delle riforme che servono per accelerare la transizione energetica. A preoccupare in particolare è l’assenza di obiettivi mirati a mettere i cittadini in primo piano nella comunicazione del 2020 sullo stato dell’Unione dell’energia. Una “mancanza di visione è del tutto inaccettabile”.
La relazione sullo stato dell’Unione dell’energia è stata pubblicata dall’UE a ottobre 2020, la prima da quando il vasto piano d’investimento del Green Deal è stato varato da Bruxelles. Si concentra sullo stato di avanzamento della transizione verso l’energia pulita nell’UE e negli Stati membri. Il CESE, durante l’ultima plenaria di marzo, ha adottato un parere elaborato da Lutz Ribbe in cui sottolinea che, sebbene gli obiettivi in materia di energia e clima per il 2020 siano stati nel complesso raggiunti, “non è certo il momento di riposare sugli allori”.
Spesso la Commissione europea ha affermato che gli Stati non prestano sufficiente attenzione allo sviluppo dell’energia comunitaria nei loro piani nazionali energia e clima, ma per il Comitato è la l’Esecutivo che dovrebbe esaminare in maniera più rigorosa il “grado e la qualità dell’attuazione, del rispetto e dell’applicazione del pacchetto dell’energia negli Stati membri”, evidenziando in particolare il modo in cui essi intendono mettere “in primo piano i cittadini”.
Il Comitato sottolinea anche che altri tre obiettivi dell’Unione dell’energia che sono ancora lontani dall’essere raggiunti: la riduzione della dipendenza energetica attraverso la riduzione delle importazioni di energia, l’eliminazione dei sussidi alle fonti dannose per il clima e l’ambiente, e l’assunzione di un ruolo di primo piano nelle energie rinnovabili, nell’efficienza energetica e nella mobilità elettrica.