Bruxelles – L’impatto delle misure di ricambio generazionale della Politica agricola comune (PAC) sul numero di giovani agricoltori in Europa è generalmente positivo, ma è limitato in alcune regioni e soprattutto in quelle senza infrastrutture e servizi di base. Lo sottolinea l’ultima valutazione della Commissione Europea sull’impatto della PAC sul rinnovamento delle generazioni, lo sviluppo locale e l’occupazione nelle zone rurali, mettendo in evidenza che l’invecchiamento degli agricoltori europei è una delle maggiori sfide che le zone rurali devono affrontare. Secondo gli ultimi dati disponibili del 2016 per ogni gestore di azienda agricola sotto i 40 anni c’erano tre gestori di aziende agricole di età superiore ai 65 anni nell’UE. Uno su quattro sotto i 65 anni.
La valutazione dell’UE – che arriva mentre a Bruxelles si negozia per la nuova PAC che dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio 2023 – mette in evidenza che la Politica agricola europea da sola non è sufficiente per affrontare le principali barriere all’ingresso nell’agricoltura, come l’accesso alla terra o ai finanziamenti. “Le misure incluse nella PAC sostengono la sostenibilità economica dei giovani agricoltori, ma il pieno potenziale di tali misure non viene sfruttato”, si legge nel rapporto. In sostanza, migliorano le prestazioni delle aziende agricole, la loro resilienza e la sicurezza del trasferimento delle aziende agricole da una generazione all’altra, ma, invece, di incoraggiare la successione verso giovani agricoltori, “è più probabile che queste misure aumentino la sostenibilità socioeconomica delle aziende agricole dopo che i giovani agricoltori hanno avviato la loro attività”, secondo la valutazione. L’accesso alla terra e al capitale è il principale ostacolo all’ingresso nel settore agricolo.
Lo studio mette a fuoco anche un altro aspetto della questione, quello delle competenze e della formazione dei gestori di aziende agricole. Sebbene il livello di formazione dei giovani dirigenti Under 35 sia aumentato nel tempo, “l’accesso alla conoscenza e alla consulenza è ancora insufficiente”. Nel 2016, stima solo il 43 per cento dei giovani dirigenti di aziende agricole aveva un’esperienza più che pratica, rispetto al 32 per cento in media di tutti gli agricoltori dell’UE. L’analisi mostra i vantaggi di fornire una formazione e una consulenza più formali come condizione per accedere alle sovvenzioni in conto capitale, agli aiuti all’avviamento o al pagamento diretto per i giovani agricoltori. Il sostegno allo sviluppo rurale, oltre ad altre politiche dell’UE come i fondi regionali e di coesione che promuovono la diversificazione economica rurale, migliori servizi e infrastrutture (compresa la banda larga), è fondamentale per migliorare il clima economico più ampio, in particolare nelle zone rurali.