Bruxelles – L’estratto di un’alga rossa al posto del carbonato di calcio, ma per Corte di Giustizia dell’Unione Europea la pratica è vietata. Questa la sentenza con cui il giudice europeo dà ragione al Land tedesco della Renania settentrionale-Vestfalia, che ha avviato un procedimento diretto all’irrogazione di una sanzione pecuniaria alla Natumi, azienda produttrice di bevande a base di soia e di riso.
Il diritto dell’Unione stabilisce norme rigorose per quanto riguarda l’aggiunta di minerali, come il calcio, nella produzione di alimenti biologici e vieta in particolare l’impiego di carbonato di calcio, quale minerale, per l’arricchimento in calcio dei prodotti biologici. Proprio per questo motivo numerosi produttori di bevande biologiche a base di soia, di riso e di cereali vi aggiungono una polvere ottenuta dai sedimenti puliti, macinati ed essiccati dell’alga morta Lithothamnium calcareum, naturalmente ricca di calcio.
Chiamata in causa dalla Corte amministrativa federale tedesca la Corte UE ha dichiarato in primis che il diritto europeo non ammette l’utilizzo della polvere ottenuta dalla Lithothamnium calcareum nella trasformazione di bevande biologiche a base di soia e di riso, in quanto si tratta di un ingrediente non biologico di origine agricola. L’incorporazione di prodotti non biologici in queste bevande biologiche sarebbe possibile solo se esistesse “l’impossibilità, senza ricorrere a tale ingrediente, di produrre o di conservare tali alimenti o di rispettare requisiti dietetici previsti sulla base della normativa dell’Unione”, dice la Corte, escludendo però la fattispecie nel caso specifico.
Ma secondo il giudice di Lussemburgo, essendo vietata l’aggiunta del calcio nelle bevande a base di soia e di riso, l’aggiunta della polvere ottenuta dall’alga in questione ai fini dell’arricchimento in calcio è un’azione che “equivale a eludere tale divieto“. La Lithothamnium calcareum in sostituzione del carbonato di calcio, dunque, non è dunque una sostanza consentita in tali bevande.