Bruxelles – Lobby sì, ma entro certi limiti. Quelli che le istituzioni comunitarie hanno deciso di introdurre per i rappresentanti dei gruppi di interesse che intendono avere un filo diretto con l’Unione europea. In nome di trasparenza ed etica, il Consiglio ha adottato nuove regole di condotta che obbligano i lobbisti a registrarsi. Di per sé nessuna rivoluzione copernicana, quanto un aggiunta alle norme già introdotte. Il nuovo quadro comune amplia il campo di applicazione del registro delle lobby già esistente, facendo della registrazione un “prerequisito per alcune attività“, come come quelle volte a influenzare la politica, la legislazione o il processo decisionale nei rapporti con una delle tre istituzioni.
Il via libera del Consiglio segue l’accordo raggiunto in sede inter-istituzionale. Ciascuno dei tre principali organismi UE si è impegnato ad applicare il quadro comune tenendo conto del proprio ruolo specifico. Per il Consiglio ciò si traduce nella registrazione preventiva dei rappresentanti di interessi nel registro delle riunioni con gli alti funzionari del Segretariato del Consiglio, nonché la loro partecipazione a briefing tematici ed eventi pubblici organizzati dal Segretariato generale e il loro accesso a nei locali del Consiglio.
“Trasparenza e responsabilità sono essenziali per mantenere la fiducia dei cittadini dell’Unione nella legittimità del processo decisionale politico e legislativo nell’Unione”, sottolinea Ana Paula Zacarias, ministra per gli Affari europei del Portogallo, Paese con la presidenza di turno del Consiglio. “L’adesione al registro per la trasparenza è un nuovo chiaro impegno del Consiglio a favore di questi valori”.