Bruxelles – Si sta delineando con maggiore chiarezza il decennio digitale dell’Unione Europea, grazie alle proposte legislative della Commissione UE su intelligenza artificiale (IA), servizi e mercati digitali e governance dei dati. Ma l’obiettivo che racchiude tutte le ambizioni europee è il potenziamento del Mercato Unico digitale, per superare la frammentazione ancora esistente tra Paesi membri nell’ambito dello sviluppo tecnologico e delle infrastrutture. Con l’approvazione della relazione sul funzionamento del Mercato Unico Digitale (con 571 voti a favore, 17 contrari e 105 astenuti), il Parlamento Europeo si è schierato a favore di un miglioramento dell’uso dell’intelligenza artificiale per favorire lo sviluppo imprenditoriale europeo, ma anche per la protezione dei diritti dei consumatori.
“Se non fosse stato chiaro, quest’anno abbiamo dimostrato il valore della digitalizzazione, ma si può fare di più per rendere le piccole e medie imprese e le start-up più competitive a livello globale”, ha introdotto il dibatto la relatrice Deirdre Clune (PPE). È necessario “eliminare le barriere nazionali non giustificate e dare una forte impostazione europea per la certezza del diritto“. Questo non favorirà solo gli “imprenditori che vogliono insediarsi e crescere nell’Unione”, ma darà un contributo “essenziale anche per i servizi pubblici e per il sostegno ai cittadini, a prescindere da dove vivono”.
La digitalizzazione “ci aiuterà negli obiettivi del Green Deal e della riorganizzazione del sistema sanitario“, ha poi rivendicato la relatrice. Tuttavia, “oltre a InvestEU e Horizon Europe, servono anche nuove leve per stimolare gli investimenti nel settore privato”, come dimostrato dal vincolo del 25 per cento dei fondi del Next Generation EU da destinare alla transizione digitale. Sul fronte dell’intelligenza artificiale, “è buona la proposta della Commissione Europea“, che “faciliterà a dispiegare l’enorme potenziale nei trasporti, nelle città intelligenti, nella sanità e nell’agricoltura“, senza dimenticare la protezione dei consumatori dai rischi sulla privacy.
Ottimismo condiviso da tutti gli eurodeputati italiani (e non) intervenuti al dibattito in Aula. “Stiamo plasmando il modello per l’approccio europeo al digitale, siamo pronti per il futuro”, ha dichiarato Brando Benifei (S&D). Il capo-delegazione del PD ha fatto un punto sui miglioramenti da apportare alla proposta legislativa sull’IA, in particolare sulla “completa tutela dei diritti e le libertà fondamentali dei cittadini“, con un occhio di riguardo alle PMI, “che hanno bisogno di supporto legislativo e di risorse”. Anche per Sandro Gozi (Renew) l’intelligenza artificiale è una “questione importante che riguarda il Mercato Unico” e che richiede “una maggiore autonomia industriale per diffondere i nostri standard nel mondo“, tenendo fisso il “rispetto dei valori europei”.
Salvatore De Meo (PPE) ha invece sottolineato l’importanza delle nuove tecnologie nell’ambito dell’agricoltura: “Aiuterà lo sviluppo di aree in difficoltà, la politica Farm to Fork e la biodiversità, con migliore qualità produttiva”. Alessandra Basso (ID) ha riportato l’attenzione sulle PMI e le start-up, in particolare sul “bilanciamento tra la quantità e la qualità dei dati che avranno a disposizione e i diritti dei consumatori“. Perché, secondo l’eurodeputata in quota Lega, “è fondamentale che rimanga il controllo umano nel processo decisionale, non possiamo farci dominare dalle macchine”. Infine, il membro dell’ufficio di presidenza del gruppo ECR, Carlo Fidanza, ha ricordato che “sono necessari investimenti in infrastrutture, banda larga, fibra ottica e 5G” e che “deve essere rafforzata la nostra leadership nelle catene del valore digitali internazionali strategiche”.