Bruxelles – Si agitano le acque europee in materia di tassazione alle imprese, ma non a scapito della trasparenza fiscale. Anzi. Nella serata di ieri (martedì primo giugno), i negoziatori di Parlamento e Consiglio UE hanno siglato un accordo per imporre alle aziende che operano sul suolo comunitario di pubblicare e rendere accessibile l’importo delle tasse pagate in ciascuno Stato membro UE.
Se l’intesa sarà confermata dai Ventisette e all’interno del Parlamento Europeo (prima nelle commissioni Problemi economici e monetari e Giuridica, poi in plenaria dopo la pausa estiva), le nuove regole riguarderanno le multinazionali e le loro controllate con un fatturato annuo di oltre 750 milioni di euro, attive in più di un Paese membro UE. Le informazioni dovranno essere rese disponibili online, attraverso la compilazione di un modello comune e in un formato leggibile a macchina.
Per aumentare la trasparenza, i negoziatori hanno stabilito che i dati forniti dovranno essere scomposti in voci specifiche: natura delle attività dell’azienda, numero dei dipendenti a tempo pieno, importo dell’utile o della perdita al lordo delle imposte sul reddito, importo dell’imposta sul reddito accumulata e pagata, guadagni. Nel testo viene indicato che le relazioni sulla trasparenza fiscale dovrebbero estendersi anche all’elenco UE delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali al di fuori dell’Unione (le cosiddette liste nere e grigie). Un modo per gettare più luce sulle tasse che vengono perse a favore dei paradisi fiscali.
La capo-negoziatrice del Parlamento Europeo, Evelyn Regner (S&D), ha spiegato che “con la direttiva sulla rendicontazione pubblica Paese per Paese abbiamo risposto alle richieste della società per una maggiore trasparenza fiscale”. Dopo aver rivendicato che “il Parlamento si batte da oltre cinque anni” per il raggiungimento di questo obiettivo, l’eurodeputata austriaca ha promesso che “questo è solo l’inizio“. La collega spagnola Iban García del Blanco (S&D) ha confessato che “avremmo voluto vedere da parte del Consiglio una posizione più solida, che avrebbe consentito un accordo più ambizioso”. Tuttavia, la “finestra politica di opportunità aperta dalla presidenza portoghese” ha permesso di compiere “importanti progressi” per aumentare la trasparenza su come e dove le multinazionali pagano le tasse nell’Unione.
Soddisfatto dell’accordo il vice presidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo (M5S), che ricorda come “quella sulla trasparenza fiscale delle multinazionali è una delle prime battaglie del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo”. L’eurodeputato dunque saluta “con favore l’accordo raggiunto dopo ben cinque anni di stallo, su un testo che prevede l’obbligo di trasparenza sulle imposte pagate dalle grandi società nei Paesi europei. Grazie a questo provvedimento tutte le multinazionali dovranno presentare e pubblicare una dichiarazione su internet, facilmente consultabile da tutti i cittadini che potranno così conoscere quanto viene versato all’erario del proprio Paese”.