Bruxelles – Delusione per le conclusioni del Consiglio Affari interni di ieri sulla crisi in Afghanistan, in cui i Ventisette si sono impegnati a dare sostegno finanziario ai Paesi vicini dell’Afghanistan ma si sono rifiutati di impegnarsi, per ora, con offerte quantificate per accogliere i rifugiati nell’UE. “Abbiamo visto Paesi fuori dall’Unione europea farsi avanti per offrire accoglienza ai richiedenti asilo afghani, ma non abbiamo visto un solo Paese membro fare altrettanto”.
A sottolinearlo è il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, nel suo intervento al Bled Strategic Forum organizzato dalla presidenza di Slovenia in corso oggi e domani (1 e 2 settembre) e dedicato al futuro dell’Europa. “Non possiamo fare finta che la questione afghana non ci riguardi”, ammonisce Sassoli “perché abbiamo partecipato a quella missione condividendone gli obiettivi e le finalità”. Visto anche il disimpegno dimostrato da Washington nei confronti della scena globale, “una voce europea forte e comune sulla scena internazionale è più che mai necessaria”, ha aggiunto. Ma una voce europea forte si articola anche attraverso “una vera politica di sicurezza e di difesa comune, senza la quale rimarremo dipendenti dalla buona volontà delle grandi potenze e ci esporremo alle minacce dei regimi autoritari”.
Il tema della difesa comune sarà trattato oggi e domani al vertice informale dei ministri della Difesa Kranj, in Slovenia. Sassoli riapre il dibattito sulla necessità di fare “un passo avanti ambizioso e prendere in considerazione il voto a maggioranza qualificata nel Consiglio ogni volta che sia possibile, per garantire la rapidità e l’efficacia della nostra azione esterna comune”. Per le decisioni di politica estera e difesa è necessaria ancora l’unanimità all’interno del Consiglio, che di fatto spesso blocca le operazioni dell’azione esterna dell’UE che non ha ancora una vera e propria politica estera comune. In realtà, nel caso di ieri al Consiglio non sarebbe bastato un voto a maggioranza qualificata di due terzi per cambiare le carte in tavola, vista l’ampia convergenza da parte degli Stati a non voler prendere impegni concreti sull’accoglienza.
“Solidarietà quando prendiamo prestiti comuni, solidarietà di fronte alle minacce alle nostre frontiere, solidarietà di fronte alle nostre responsabilità e agli obblighi di protezione dei richiedenti asilo, solidarietà nella gestione comune dei flussi migratori”, aggiunge. I valori di democrazia, stato di diritto, libertà, uguaglianza, rispetto della dignità umana e dei diritti umani non sono che “parole vuote se non si traducono in azioni quotidiane. E la democrazia è solo un concetto teorico se non porta benefici tangibili ai nostri cittadini, soluzioni alle sfide che affrontano, se non crea le condizioni che permettono loro di godere delle loro libertà, dei loro diritti fondamentali, di una maggiore uguaglianza e dignità”, ha concluso.