Bruxelles – La stella polare è quella della credibilità. La Commissione europea vuole davvero essere capofila della transizione verde e sostenibile, e l’utilizzo dei fondi comunitari messi a disposizione da Next Generation EU, il meccanismo anti-pandemico di rilancio dell’Unione, vanno davvero spesi dove si dichiara dal varo del programma. Per questo l’esecutivo comunitario ha deciso di istituire un meccanismo di controllo della spesa dei green bond. I titoli di debito comune emessi dall’esecutivo comunitario per reperire capitale privato sui mercati saranno oggetto di verifiche per garantire a tutti che si investe esattamente dove si deve: la sostenibilità.
“Se vogliamo essere credibili sui mercati dobbiamo provare che le risorse europee sono spese in iniziative verdi”, spiega Johannes Hahn, commissario per il Bilancio, nel presentare il dispositivo di ‘screening’. Le regole alla base delle garanzie prevedono il rispetto di regole ben precise. Gli Stati membri riferiranno alla Commissione le spese verdi che effettuano. La Commissione utilizzerà tali informazioni per mostrare agli investitori in che modo i proventi delle obbligazioni verdi sono stati utilizzati per finanziare la transizione verde.
Il quadro informativo della Commissione intende fornire agli investitori informazioni sia sull’allocazione delle risorse per gli Stati membri, sia sul loro impatto. Per le relazioni sugli stanziamenti, la Commissione utilizzerà i dati degli Stati membri sulla spesa per progetti verdi. Un revisore esterno indipendente verificherà la rendicontazione. Questo esercizio consentirà agli investitori in obbligazioni verdi NextGenerationEU di valutare l’impatto positivo del loro investimento. Per garantire che la segnalazione dell’impatto sia significativa, imparziale e accurata, la Commissione europea si affiderà alla consulenza di esperti indipendenti.
Per venire incontro ai governi, Hahn offre suggerimenti di spesa utili per l’uso dei fondi. “Dobbiamo utilizzare i green bond dell’UE per l’efficienza energetica e l’isolamento termico degli edifici”. Il commissario ricorda che “l‘85%-95% degli edifici esistenti sarà ancora lì nel 2050, e attualmente il 75% di questi edifici non è adeguatamente isolato”. Da qui l’esigenza di investire in “città sostenibili”. Quindi entra nel merito di questioni energetiche. “Il nucleare non è idoneo” a ricevere finanziamenti europei nel quadro del recovery fund, e “non c’è alcun piano per prevedere un tale idoneità”.