Bruxelles – Non è semplice, ma si può fare. Il patto di stabilità, adesso sospeso causa COVID, può essere ’emendato’. Quando si parla di rimettere mano alle regole di bilancio “sono consapevole delle divisioni, ma penso che il contesto nuovo in cui siamo ci possa consentire di affrontarlo in modo diverso, più positivo”. Paolo Gentiloni torna a mostrarsi possibilista. Il commissario per l’Economia ricorda l’importanza di distinguere tra la situazione pre e posto pandemica. Trovare un accordo sulla riscrittura delle regole su deficit e debito “è difficile se ragioniamo come se fossimo di fronte a un nuovo capitolo della discussione degli anni precedenti, mentre è chiaro che siamo di fronte ad almeno un paio di sfide nuove”.
Gentiloni, a margine dei lavori d’Aula, ricorda che la crisi sanitaria ha mutato radicalmente il quadro generale. Per puntellare l’economia tutti hanno dovuto aprire i rubinetti e ovunque i livelli di debito sono cresciuti. Inoltre “fare fronte all’impegno per la transizione climatica che tutti sappiamo quanto sia impegnativa”. Considerando tutto questo, “questa discussione non è che diventi facile naturalmente ma puo’ avere, io credo da parte della Commissione, un ruolo attivo di proposta e di leadership”.
Le regole di bilancio e il Patto di stabilità non hanno occupato grande spazio nel discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato da Ursula von der Leyen davanti all’Aula del Parlamento europeo. La presidente dell’esecutivo comunitario si è limitata a dire che “nelle prossime settimane” la Commissione riavvierà il dibattito sul riesame della governance economica, “nell’intento di costruire, ben prima del 2023, un consenso sulla via da seguire”. Non una parola di più sul tema, non una parola su idee od orientamenti. Gentiloni non tradisce la linea dettata da von der Leyen. Considera indispensabile riaprire il dibattito, e mostra cauto, velato, ottimismo. “Vedremo la discussione con i Paesi membri. Sono consapevole delle divisioni ma anche del clima post-pandemia”.
Molto dipenderà dal governo che uscirà dalle urne in Germania. Un esecutivo a guida socialdemocratica potrebbe permettere di decriptare “il futuro nella discussione, che certo non sarà facile“. Anche qui cautela. “Vediamo che cosa accadrà”, ragiona Gentiloni. Certo, ammette, “se Scholz diventasse cancelliere sarebbe un successo straordinario per i socialisti europei” e un cambiamento non da poco per l’UE. “Speriamo che le novità proseguano”.
A proposito di novità, il componente italiano del team von der Leyen, auspica passi avanti verso la costruzione di una nuova difesa europea. “I tempi non sono affatto prematuri, c’è la famosa espressione ‘se non ora quando?’ che mi sembra si adatti perfettamente” all’attualità a dodici stelle. “Non si tratta di costruire un’alternativa alla NATO, assolutamente, m ain alcune aree Mediterraneo, Balcani, Africa, medio Oriente, non avremo più una presenza continua degli Stati Uniti”. Quindi occorre colmare questo deficit. “Un gigante economico come l’Ue non può essere del tutto privo di una presenza geopolitica e di una difesa comune significativa“, ammonisce Gentiloni.