Bruxelles – Anguilla, Dominica e Seychelles ora finiscono tra ‘i buoni’. I tre Paesi sono stati rimossi dall’elenco UE delle giurisdizioni non cooperative in materia di tassazione. Questi ex paradisi fiscali in sostanza non vengono più riconosciuti come tali. Il consiglio dei ministri dell’Economia e delle Finanzia (ECOFIN) ha stabilito che adesso i tre Stati soddisfano i criteri di trasparenza fiscale dell’UE per essere classificati come almeno “ampiamente conformi” dal Forum globale dell’OCSE per quanto riguarda lo scambio di informazioni su richiesta.
La comunità internazionale richiede diverse azioni da seguire, e i tre Paesi oggetto di decisione mostrano progressi soddisfacenti in termini di trasparenza. Tanto basta per l’UE per cambiarne lo status. Con questa revisione della ‘black list’ dell’UE restano appena nove giurisdizioni nell’elenco comunitario dei ‘cattivi’: Samoa americane, Figi, Guam, Palau, Panama, Samoa, Trinidad e Tobago, Isole Vergini americane e Vanuatu.
Anguilla, Dominica e Seychelles restano comunque sorvegliati speciali. Figurano ora tra quei Paesi che solo in parte rispondono agli standard fiscali internazionali, ma che nonostante ciò si sono impegnate ad attuare i principi di buona governance fiscale. Vanno ad aggiungersi a Costa Rica, Hong Kong, Malesia, Macedonia del Nord, Qatar e Uruguay. Tutti attori di cui il Consiglio dell’UE monitorerà progressi, e per cui continuerà a riesaminare la situazione. L’elenco dunque può essere aggiornato, in meglio o in peggio.
La revisione della lista delle giurisdizioni non cooperative in materia fiscale, un modo politicamente corretto per non parlare apertamente di paradisi fiscali, avviene due volte l’anno. Si tratta di un esercizio avviato nel 2017 per promuovere la buona governance globale in materia fiscale e informare gli Stati membri su quali Paesi terzi conducono pratiche fiscali abusive e avere modo così di adottare misure difensive. L’UE segue i criteri internazionali e si concentra in particolare su trasparenza fiscale, imposizione equa e prevenzione dell’erosione della base imponibile e del trasferimento degli utili.