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Home » Green Economy » Caro energia, l’UE ragiona su riserve comuni di gas. Anche Eurocamera a favore di una risposta comune europea

Caro energia, l’UE ragiona su riserve comuni di gas. Anche Eurocamera a favore di una risposta comune europea

"Stiamo valutando l'idea di acquisti congiunti e stoccaggi strategici a livello comunitario", conferma in plenaria la commissaria Simson, che la prossima settimana presenterà la "cassetta degli attrezzi" per affrontare il rialzo dei prezzi. Francia, Spagna, Repubblica ceca, Grecia e Romania chiedono un intervento UE sul costo della CO2 nel sistema ETS

Fabiana Luca</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fabiana_luca" target="_blank">@fabiana_luca</a> di Fabiana Luca @fabiana_luca
6 Ottobre 2021
in Green Economy
gas

Kadri Simson

Bruxelles – Acquisti congiunti e riserve strategiche di gas a livello comunitario. Ormai è chiaro che la Commissione Europea sta ragionando in questi termini per affrontare l’impennata dei prezzi del gas a lungo termine, e non esclude la possibilità di disaccoppiare i prezzi dell’elettricità da quelli del gas. A ribadirlo oggi (6 ottobre) la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, in un confronto con l’Aula del Parlamento di Strasburgo, sempre più preoccupata sulle ricadute dell’aumento dei prezzi sui cittadini più poveri e sulle imprese. “Siamo pronti a lanciare stabilizzazioni” del mercato, aggiunge la commissaria.

Il dibattito è solo interlocutorio (gli eurodeputati non hanno presentato risoluzioni) ma anticipa la presentazione dello strumentario (la ‘toolbox’, una cassetta degli attrezzi) che la Commissione farà in definitiva la prossima settimana (il 13 ottobre) con una serie di misure nel quadro del diritto europeo che gli Stati possono usare a breve termine per affrontare l’autunno e l’inverno. Fornire un sostegno mirato ai consumatori, pagamenti diretti a coloro che sono maggiormente a rischio di povertà energetica, tagliare le tasse sull’energia e spostare le tasse sulla tassazione generale sono alcune delle misure che ci saranno nel pacchetto. 

L’aumento è stato improvviso, “ma tutte le previsioni indicano che sarà temporaneo”, aggiunge Simson. Probabilmente in primavera torneranno a prezzi normali, ma bisogna lavorare per superare l’inverno quando si fa maggiore uso di riscaldamento ed elettricità. La commissaria conferma che i Paesi dell’Unione Europea hanno abbastanza gas in stoccaggio per superare l’inverno, pari a circa il 73 per cento in tutta Europa. “Questo livello è inferiore alla media decennale, ma adeguato per coprire le esigenze della stagione invernale”, ha confermato. Se anche la sicurezza energetica è confermata, “non possiamo sottovalutare l’impatto del rincaro dei prezzi sui cittadini”, ha aggiunto.

L’insieme di misure sarà una risposta a breve termine al problema, ma la Commissione è convinta di dover guardare oltre. Simson ha ricordato oggi che entro fine 2021 presenterà un piano per riformare il mercato europeo del gas e “in tale contesto esaminerò le questioni relative allo stoccaggio e alla sicurezza dell’approvvigionamento”, ha affermato. Solo ieri la presidente Ursula von der Leyen parlando con i giornalisti dall’Estonia, ha confermato che i leader europei affronteranno al Vertice del 21-22 ottobre il tema dello stoccaggio comune e della riserva strategica di gas ma “faremo anche un’analisi sulla composizione complessiva dei prezzi del mercato elettrico per capire se considerare la possibilità di disaccoppiare il mercato”, cioè separare i prezzi di elettricità e gas per evitare che siano influenzati a vicenda.

La crisi energetica in cui si ritrova l’UE è in parte dovuta alla forte dipendenza energetica dell’UE dalle fonti fossili e soprattutto da Paesi terzi, la Russia in primis. Mosca sta rispettando gli impegni di fornitura verso l’UE, ma con la ripresa delle attività post pandemia, la domanda è salita molto senza che seguisse anche una ripresa dell’offerta. Per la Commissione la transizione ecologica è fondamentale in questo senso, il passaggio a un mix energetico più orientato alle fonti rinnovabili (oggi minoritarie) può significare anche una riduzione della dipendenza energetica dell’UE tanto dalle fossili quanto dai Paesi terzi. “Il Green Deal è l’unica soluzione duratura, dobbiamo stare attenti alla geopolitica dell’energia”, prosegue Simson.

Le proposte di Francia e Spagna

Mentre in Commissione prosegue il lavoro preparatorio, gli Stati europei non intendono rimanere in silenzio. I ministri delle finanze di Francia, Spagna, Repubblica ceca, Grecia e Romania, al termine del Consiglio Ecofin che si è tenuto in Lussemburgo, hanno sottoscritto una proposta in cinque punti che non si vuole sostituire ma si aggiunge alla toolbox per affrontare il rialzo dei prezzi, quindi intervenendo su medio e lungo periodo. Ribadiscono la necessità di un’azione coordinata sui mercati del gas e sugli stoccaggi comuni, ma chiedono anche la riforma dei mercati elettrici all’ingrosso, la diversificazione delle fonti energetiche (con una forte spinta sulle rinnovabili) e un prezzo della CO2 “più prevedibile ed evitare eccessiva volatilità” nel sistema ETS, il mercato europeo del carbonio, oggetto di riforma nel pacchetto sul clima Fit for 55.

Proprio il vertice di ottobre, sarà la prima occasione ufficiale in cui i leader discuteranno della proposta della commissione avanzata lo scorso 14 luglio. Tre mesi fa nessuno avrebbe immaginato quanto diversa sarebbe stata la prima discussione su questo pacchetto, che verosimilmente sarà ritardate sia dal Parlamento che dagli Stati per i timori sull’impatto sociale. “La questione riguarda tutti i cittadini europei”,  ha affermato in plenaria Anže Logar, segretario di Stato sloveno, promettendo che il Consiglio rimarrà “vigile su questo argomento dopo il forte rimbalzo dei prezzi”.

Eurocamera, appello a una risposta congiunta sul gas

“Fare come con l’acquisto congiunto dei vaccini”. Anche gli eurodeputati insistono sull’Unione dell’energia per evitare ricadute a lungo termine sulla fascia più vulnerabile della popolazione europea. “La crisi è preoccupante, colpisce imprese e cittadini che già sono stati colpiti dalle conseguenze della pandemia, è nostro dovere aiutarli”, afferma Siegfried Muresan, eurodeputato del PPE (Partito popolare europeo). Pone l’accento sulla necessità di “agire a livello europeo per fare in modo che i Paesi non adottino misure singolarmente con cui svantaggiarsi a vicenda, ma una risposta europea”. Così anche la capogruppo dei Socialisti &Democratici, Iratxe Garcia Perez, secondo cui “ci servono soluzioni a breve termine per aiutare le persone, un piano concreto sull’Unione dell’energia, una piattaforma di acquisto e distribuzione di energia a prezzo equo come abbiamo fatto con l’acquisto dei vaccini”.

Le fa eco anche l’eurodeputata dem Simona Bonafé. “Serve un sostegno mirato dell’Europa per chi non ce la fa pagare le fatture e serve un piano comune europeo sul fronte del gas. Dalla creazione di una Piattaforma europea di acquisto del gas, con la dovuta attenzione al tema della governance e della definizione delle regole per una gestione centralizzata degli acquisti, alla prospettiva di uno stoccaggio comune per avere una riserva strategica europea”. Aggiunge che sono iniziative “che devono essere messe in campo il prima possibile”.

Non è il Green Deal, ma la mancata transizione energetica “il vero fattore dietro all’impennata dei prezzi”, afferma la delegazione italiana Verdi/ALE, composta dagli eurodeputati Ignazio Corrao, Rosa D’Amato, Piernicola Pedicini e Eleonora Evi. “Le misure per tamponare l’emergenza devono concentrarsi soprattutto sui consumatori vulnerabili e in condizioni di povertà energetica, comprese PMI e micro-imprese. Se non agiamo adesso, agli occhi dei cittadini il lavoro delle istituzioni europee non sarà altro che il solito “bla bla bla”, concludono gli eurodeputati. “Come risposta immediata, i governi devono subito mettere a disposizione finanziamenti e voucher per i più deboli, ridurre le tasse per le imprese e congelare i prezzi per i consumatori”, propone anche Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo. Ma “serve la forza dell’Unione europea”.

Tags: energiaparlamento europeoprezzi

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