Bruxelles – La Corte costituzionale spagnola ha dichiarato non legittimo il secondo stato di allarme decretato dal governo di Madrid per implementare le misure anti COVID. La decisione della Consulta arriva più di cinque mesi dopo il decadere del periodo eccezionale, che è stato in vigore dal 20 novembre 2020 al 9 maggio 2021.
Una decisione simile era già stata presa per il primo stato di allarme, varato dal governo del PSOE nella primavera del 2020 per far fronte alla prima ondata della pandemia. In quel caso la Corte aveva emesso una sentenza di illegittimità a luglio dello stesso anno, quando l’emergenza era finita il 21 giugno.
Era stato il partito VOX, formazione sovranista spagnola, a trascinare di fronte ai giudici le azioni dell’esecutivo di Madrid. La formazione di estrema destra aveva parlato delle nuove misure come di una deriva “totalitaria e dittatoriale” del governo guidato da Pedro Sanchez.
Secondo la Corte il governo spagnolo sarebbe dovuto ricorrere non allo “stato di allarme” ma allo “stato di emergenza“. Si tratta di un dispositivo previsto dalla Costituzione della Spagna che impone una votazione da parte del Parlamento per essere approvato.
La consulta ha fatto notare che i diritti allo spostamento e all’associazione non sono stati “limitati”, come previsto durante lo stato di allarme. ma completamente “sospesi” – una misura che avrebbe richiesto l’approvazione dello stato di allarme.
Nel caso del primo periodo di misure eccezionali, il governo di Madrid era stato costretto a risarcire quanti erano stati oggetto di multe (più di un milione) per aver violato le restrizioni. Adesso l’esecutivo dovrà fare lo stesso con le sanzioni comminate durante il secondo stato di allarme, che sono circa 40mila per un totale di 70 milioni di euro.