Bruxelles – Qualche piccola macchia, ma nel complesso le agenzie dell’Unione europea nel 2020 hanno saputo spendere bene i loro soldi. Le agenzie UE hanno i conti in ordine, nonostante la pandemia e le sfide poste dall’avanzata del Coronavirus. Nella sua analisi annuale la Corte dei conti europea conferma che la gestione finanziaria dei diversi organismi comunitari sparsi per il territorio dell’Unione “gode di buona salute”.
Questo non vuole che non ci sia del lavoro da fare. Al contrario, ci sono criticità su cui dover intervenire. “Persistono carenze nei controlli interni” di alcune agenzie, mentre le debolezze nelle procedure di appalto pubblico restano “la principale fonte di irregolarità”. Inoltre, la pandemia non ha favorito i progressi nella gestione del bilancio e delle risorse umane, che per alcune agenzie è stata problematica nel 2020.
“La pandemia ha posto sfide particolari nella gestione finanziaria delle agenzie dell’UE, che operano in
contesti nazionali diversi e secondo misure sanitarie differenti”, ricorda Alex Brenninkmeijer, il membro della Corte responsabile della relazione. Ciò nonostante queste agenzie “hanno applicato in modo sistematico le rispettive strategie di gestione delle crisi, con il sostegno della Commissione europea e in coordinamento fra loro grazie alla rete che le accomuna”. Sono riuscite ad adattare il proprio lavoro alla situazione senza precedenti e a “mantenere i propri conti in ordine”.
Irregolarità per 12,1 milioni di euro. Bene l’EFSA di Parma
I revisori di Lussemburgo hanno fatto le pulci a 41 agenzie. Hanno certificato la legittimità e la regolarità dei pagamenti sottostanti i conti di tutte le agenzie. Tutto bene tranne per ACER (Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia), l’EU-LISA (agenzia per i sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia) e l’ENISA (agenzia per la sicurezza informatica). Per queste tre agenzie è stato espresso un giudizio con rilievi, principalmente a causa di irregolarità nelle procedure di appalto e di lacune nelle procedure di delega per l’autorizzazione di operazioni di bilancio. Al netto di questi casi le agenzie UE hanno i conti in ordine.
Alla fine del 2020 i pagamenti effettuati irregolarmente da ACER ammontano a 752.654 euro (3,7 per cento degli stanziamenti di pagamento totali disponibili). Per EU-LISA i pagamenti irregolari valgono oltre dieci milioni di euro (10.405.075 euro, pari al 4,1 per cento del totale). ENISA contribuisce con 914.100 euro di pagamenti senza una delega valida (3,5 per cento del totale). La Corte dei conti dell’Unione europea ha riscontrato dunque almeno 12,1 milioni di euro di spese irregolari nei bilanci delle agenzie per il 2020.
Impeccabile il giudizio per l’EFSA, l’Autorità per la sicurezza alimentare ospitata a Parma. I conti dell’organismo al 31 dicembre 2020 “presentano correttamente, sotto tutti gli aspetti rilevanti, la situazione finanziaria, i risultati delle sue operazioni, i suoi flussi di cassa e le variazioni del patrimonio netto per l’anno poi chiuso, in conformità con il suo regolamento finanziario e con le regole contabili adottate dal contabile della Commissione”.
Pochi controlli, una prassi diffusa
Per 13 agenzie europee (ACER, CEPOL, EASME, EASO, EBA, EIOPA, EMSA, ESMA, ENISA, ETF, Eurofound, Frontex e SRB) la Corte dei conti rileva “carenze nei controlli interni legate alla mancanza di verifiche ex ante/ex post”, dunque o preliminari o successivi. Non solo. Questo gruppo di agenzie si distingue per la “la gestione inadeguata degli impegni di bilancio/legali, o la mancanza di rendicontazione nel registro delle eccezioni”.
Inoltre, per ACER, EASO, EUIPO, EIGE ed Eurofound si segnalano anche pagamenti irregolari effettuati nell’esercizio finanziario 2020 derivanti da procedure di appalto irregolari segnalate negli anni precedenti. Le agenzie UE hanno i conti in ordine, ma non lo stesso si può dire della loro gestione.
ESMA, lacune da colmare
L’analisi ricorda i vuoti attorno all’Autorità europea la sicurezza dei mercati (ESMA). Le addebitate alle agenzie di rating si basano sulle loro entrate in quanto entità giuridiche, ma non in quanto gruppo o gruppo di entità collegate. Ciò crea un’opportunità quasi legittima per ridurre o evitare le commissioni trasferendo i proventi delle agenzie di rating del credito soggette alla giurisdizione dell’UE alle loro entità collegate al di fuori dell’UE. “Il probabile effetto finanziario di questa scappatoia nei regolamenti è sconosciuto”. L’ESMA è consapevole di questo rischio e il 29 gennaio 2021 ha pubblicato un documento di consultazione. A seguito di questo documento, ha presentato il 21 giugno 2021 un parere tecnico alla Commissione europea sulla modifica del regolamento per mitigare il rischio.
EMA, il nodo Brexit
L’EMA, l’agenzia europea del farmaco, è stata spostata da Londra ad Amsterdam causa Brexit. L’eredità dell’Unione a 28 Stati si fa sentire sul portafoglio. L’agenzia aveva un contratto di locazione per la sua precedente sede a Londra fino 2039, senza alcuna previsione di risoluzione anticipata. Nel luglio 2019 è stato possibile subaffittare gli uffici fino alla fine del contratto originale, vale a dire il 2039. La Corte dei conti rileva che poiché l’EMA rimane parte del contratto di locazione, “potrebbe essere ritenuta responsabile per l’intero importo residuo dovuto in base a tale contratto se il sub-locatario non adempie ai propri obblighi”. Al 31 dicembre 2020, l’affitto totale stimato, le spese condominiali associate e l’assicurazione del proprietario che dovranno essere pagate da EMA fino alla fine del contratto di locazione è di 377 milioni di euro.