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Home » Economia » Lagarde: “Più tempo del previsto per ridurre l’inflazione”

Lagarde: “Più tempo del previsto per ridurre l’inflazione”

La presidente della BCE in Parlamento europeo: "Si ridurrà nel prossima anno, ma durerà più del preventivato". Il vero rischio sono i prezzi dell'energia. Se non si abbassano non se ne esce.

Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
15 Novembre 2021
in Economia
Per la riduzione dell'inflazione ci vorrà più tempo del previsto, avverte la presidente della BCE, Christine Lagarde. L'energia continuerà a giocare un ruolo importante [foto: evgenii141/Fotolia per il Servizio ricerche del Parlamento europeo]

Bruxelles – L’impennata del costo delle materie prime e della vita è transitorio, di questo analisti ed esperti continuano ad essere sicuri, e anche se “vediamo ancora una moderazione dell’inflazione nel prossimo anno”, comunque “ci vorrà più tempo del previsto per diminuire rispetto a quanto originariamente preventivato”. E’ forse questo il passaggio chiave di Christine Lagarde nel dialogo economico e monetario con la commissione Affari economici del Parlamento europeo, l’ultimo dell’anno, da calendario. La presidente della BCE fa il punto della situazione, conferma che la situazione è positiva, che c’è ripresa, ma che permangono anche incertezze e fattori di rischio. Uno di questi è l’aumento dei prezzi.

La ripresa dell’inflazione, spiega agli europarlamentari, “è guidata da tre forze primarie“. Lo ripeterà, nel corso dell’audizione. Il primo fattore sono i prezzi dell’energia. “A ottobre l’inflazione energetica ha rappresentato poco più della metà dell’inflazione complessiva”. La seconda spinta verso l’alto è la ripresa della domanda legata alla riapertura dell’economia, che sta superando l’offerta “limitata” e questo sta facendo salire i prezzi. La domanda è superiore all’offerta, e questo fa salire i prezzi finali. Infine c’è l’inversione del taglio temporaneo dell’IVA tedesca, che “sta spingendo meccanicamente verso l’alto le cifre attuali dell’inflazione primaria”. Se quest’ultimo fattore “uscirà dal calcolo dell’inflazione a partire da gennaio 2022”, gli altri due “potrebbero durare più a lungo”, avverte la presidente della Banca centrale europea.

I dati disponibili “indicano un notevole allentamento dei prezzi dell’energia nella prima metà del 2022“, riconosce Lagarde, convinta che “mentre la ripresa continua e le strozzature dell’offerta si attenuano, possiamo aspettarci che la pressione sui prezzi di beni e servizi si normalizzi”. Per tutto questo “vediamo ancora una moderazione dell’inflazione nel prossimo anno, ma ci vorrà più tempo del previsto per diminuire”.

Lo scenario si basa sull’aspettativa che la bolletta energetica sia più economica per tutti, ma attenzione: c’è anche la possibilità che possa non essere così. In quel caso sarebbero problemi. “Se i prezzi dell’energia continuano a salire o permangono vincoli di offerta – avverte Lagarde – l’inflazione potrebbe rimanere più elevata di quanto attualmente prevediamo”. Una simile situazione “potrebbe alimentare salari più alti e, di conseguenza, prezzi più alti”. Esattamente quello su cui la BCE ha richiamato l’attenzione in un documento di lavoro. Al momento però questo rischio non c’è, anche se a Francoforte si rimane all’erta. “Prevediamo che la crescita dei salari l’anno prossimo potrebbe aumentare leggermente di più rispetto a quest’anno, ma il rischio di effetti di secondo impatto rimane limitato”.

Tags: bceChristine LagardeCOVIDenergiainflazioneparlamento europeoripresasalari

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