Bruxelles – TIM e KKR, la Commissione europea resta alla finestra in attesa di sviluppi, ma non rimarrà a guardare. La proposta di acquisto del principale operatore telefonico italiano da parte del fondo di investimento statunitense per il momento è fonte di “no comment” a Bruxelles, dove comunque si ricorda che il nuovo quadro di regole comunitarie per il controllo degli investimenti esteri diretti (IED), in vigore dall’11 ottobre 2020, consente alla Commissione europea e agli Stati membri di coordinare le proprie azioni su specifici investimenti esteri che potrebbero incidere sulla sicurezza o sull’ordine pubblico dell’Unione e dei suoi Stati membri Stati.
L’esecutivo avrà voce in capitolo, a tempo debito e nei modi richiesti dal caso. Le nuove disposizioni prevedono l’elaborazione di procedure mediante le quali gli Stati membri e la Commissione possono intervenire rapidamente in risposta agli investimenti stranieri, e si può aggiornare in qualunque momento l’elenco dei progetti e dei programmi di interesse per l’Unione.
L’operazione di KKR su TIM potrà essere ostacolata solo se lesiva degli interessi strategici comuni. Lo strumento EDI del resto è pensato proprio per questo, per i casi in cui gli investitori stranieri cercano di acquisire attività fondamentali per l’UE e i suoi Stati membri. Come e quando si produrrà una reazione alla proposta di acquisto giunta dall’altra sponda dell’Atlantico non è chiaro, ma è chiaro che tutto verrà svelato all’ultimo momento.
Lo screening degli investimenti diretti esteri è un processo riservato in tutti gli Stati membri, ricordano a Bruxelles. Le autorità nazionali non commentano casi specifici. Analogamente, la cooperazione dell’UE sulle singole operazioni di IDE è soggetta a regole rigorose in materia di riservatezza poiché riguardano la sicurezza nazionale o l’ordine pubblico di uno o più Stati membri. La linea ufficiale è in sostanza il ‘no comment’ e tale rimane, per regola.