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Home » Cronaca » Telelavoro, la Commissione non intende armonizzare le regole

Telelavoro, la Commissione non intende armonizzare le regole

Il portavoce capo chiarisce che non rientra nei compiti dell'esecutivo comunitario. "Le misure di sicurezza sanitaria introdotte a livello nazionale sono di competenza nazionale"

Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
5 Gennaio 2022
in Cronaca
Il lavoro a distanza permette di lavorare da casa o da luoghi pubblici, comunque non dall'ufficio. La Commissione UE non intende armonizzare le regole in materia [foto: Wikimedia]

Bruxelles – Avanti con il telelavoro, ma in ordine sparso. La Commissione europea “non intende armonizzare” le disposizioni che regolano il lavoro a distanza in tempi di pandemia, quindi ogni Stato membro dell’UE resterà libero di adottare i regimi di ‘smartworking’ che più ritiene opportuni.

“Le misure di sicurezza sanitaria introdotte a livello nazionale sono di competenza nazionale”, spiega Eric Mamer, capo del servizio del portavoce dell’esecutivo comunitario. “Spetta agli Stati membri”, secondo le regole, decide in merito. Perciò, a meno di un mandato chiaro da parte dei Ventisette, la Commissione europea non ha voce in capitolo. “Non è il ruolo della Commissione definire regole standard“. E’ questo il motivo per cui Bruxelles non intende armonizzare i modelli in vigore.

Il ricorso al lavoro a distanza è stata una delle principali misure adottate per far fronte alla pandemia di Coronavirus, al fine di evitare la paralisi completa del tessuto economico-produttivo. Le regole cambiano da Paese a Paese, all’interno dei quali il settore pubblico e il settore privato procedono comunque in modo differenziato. In questo quadro molto disomogeneo l’esecutivo comunitario ha introdotto le proprie regole, e ragiona alla possibilità di mantenerlo in vigore anche dopo la fine della pandemia. Anche la Banca centrale europea si è espressa a favore di questa modalità di svolgimento del lavoro.

La prospettiva che si profila all’orizzonte è una riscrittura della abitudini professionali. Per questo il Parlamento europeo ha chiesto che si possano riconoscere nuovi diritti ai lavoratori lasciati operativi dalla propria abitazione. Dunque il lavoro a distanza è destinare a restare anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria, ma con regole variabili. A meno che gli Stati membri non decidano in altro modo, conferendo alla Commissione la possibilità, a oggi non prevista, di legiferare in materia.

Tags: commissione europeacoronavirusCOVIDeric mamerlavoropandemiaSalutetelelavoroUe

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