Bruxelles – Whatsapp è di nuovo sotto la lente dell’UE. Dopo la multa da 225 milioni comminata a settembre dello scorso anno dall’autorità nazionale di controllo sulla protezione dei dati irlandese su decisione vincolante del Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB), la Commissione Europea e la rete delle autorità nazionali dei consumatori (CPC) hanno inviato una lettera alla società statunitense acquisita da Facebook/Meta per chiedere chiarimenti sulle modifiche ai termini di servizio (apportate nel 2021) e alla politica sulla privacy in conformità con il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).
“WhatsApp deve garantire che gli utenti capiscano cosa accettano e come vengono utilizzati i loro dati personali, in particolare quando vengono condivisi con i partner commerciali”, ha commentato il commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders. “Mi aspetto il pieno rispetto delle norme UE che proteggono i consumatori e la loro privacy”, ha aggiunto, spiegando che “questo è il motivo per cui abbiamo lanciato un dialogo ufficiale con WhatsApp“. La società ha tempo fino alla fine di febbraio per mettere in chiaro come verranno affrontate le preoccupazioni dell’Unione attraverso impegni concreti.
Nello specifico le domande riguardano le modalità con cui vengono fornite ai consumatori informazioni “sufficientemente chiare” sulle conseguenze della loro decisione di accettare o rifiutare i nuovi termini di servizio, ma anche la correttezza delle notifiche in-app (quelle che vengono mostrate nel menù a tendina dello smartphone) che spingono ad accettare i nuovi termini e la politica sulla privacy. E infine se gli utenti hanno un’adeguata opportunità di conoscere i nuovi termini di servizio prima di accettarli. La preoccupazione maggiore della Commissione UE riguarda lo scambio di dati personali degli utenti tra WhatsApp e le altre società del gruppo Facebook/Meta, lo stesso motivo per cui era stata comminata la multa-record dal Data Protection Commission su spinta di Bruxelles.