Bruxelles – L’effetto della ripresa produce un miglioramento sul fronte occupazionale, con il tasso di disoccupazione che a dicembre tocca i minimi storici. Nell’eurozona l’indice si è attestato al 7 per cento, in calo rispetto a novembre (-0,1 punti percentuali), e al 6,4 per cento nell’UE (-0,1 punti rispetto a novembre). Numeri, quelli pubblicati da Eurostat, che vengono accolti con soddisfazione a Bruxelles. “La zona euro ha chiuso il 2021, anno della peggiore recessione dalla seconda guerra mondiale, con il tasso di disoccupazione più basso di sempre”, commenta il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni. “Una testimonianza del nostro sforzo collettivo di risposta alla crisi” prodotta dalla pandemia.
The #eurozone ended 2021 – the year after the worst recession since WW2 – with its lowest ever unemployment rate. A testimony to the success of our collective response to this crisis https://t.co/I89aw7tla3
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) February 1, 2022
In termini assoluti, si stimano 13,6 milioni di uomini e donne nell’UE senza un impiego, concentrati soprattutto nei Paesi dove circola la moneta unica (11.4 milioni). Rispetto a novembre 2021, il numero di disoccupati è diminuito di 210 unità nell’UE e di 185mila unità nella zona euro.
In tutte le principali economie di Eurolandia si registra il segno ‘meno’. Grecia e Spagna restano i soli Stati membri con tasso di disoccupazione giovanile a doppia cifra. L’Italia, con un indice al 9 per cento, ha una situazione peggiore rispetto alla media dell’eurozona del 7 per cento. Nel generale miglioramento della situazione si segnala il dato olandese. Nei Paesi il numero di senza lavoro risulta in controtendenza (+0,1 per cento, per 10mila disoccupati in più).
Migliorano anche i dati sulla disoccupazione giovanile. Alla fine di dicembre 2021 Eurostat registra 2,7 milioni di under 25 senza un’occupazione, 2,2 milioni dei quali nella zona euro. Rispetto a novembre 2021, la disoccupazione giovanile è diminuita di 81mila unità nell’UE e di 78mila nella zona euro. Spagna, Grecia e Italia restano i tre Paesi col maggior numero di giovani con problemi a entrare nel mondo del lavoro (tassi di disoccupazione giovanile, rispettivamente, a 30,6 per cento, 30,5 per cento, 26,8 per cento).
Se la Commissione festeggia sottolineando un dato per certi aspetti storico, Eurostat ricorda che le informazioni continuano a risentire degli schemi nazionali di sostegno introdotto a seguito della pandemia. Dunque continua ad esserci una fetta di persone che ha smesso di cercare un lavoro, uscendo dalla categoria ‘disoccupato’ per entrare in quella degli ‘inattivi’.