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Home » Politica » Orban ha paura dei rifugiati ucraini e militarizza la frontiera

Orban ha paura dei rifugiati ucraini e militarizza la frontiera

Il premier ungherese: "L'esercito, in cooperazione con la polizia, deve essere preparato ad affrontare situazione se le cose si dovessero mettere male e i rifugiati iniziassero ad arrivare". La Polonia prepara invece otto campi profughi

Renato Giannetti di Renato Giannetti
24 Febbraio 2022
in Politica
Scoppia la guerra russo-ucraina e l'Ungheria militarizza la frontiera per gestire i flussi di migranti

Bruxelles – La guerra in Ucraina spaventa l’Ungheria e rischia di tornare a dividere l’Unione sulla questione migratoria. A Budapest preoccupa il flusso di rifugiati che potrebbe mettersi in marcia per sfuggire al conflitto, con il primo ministro Viktor Orban che nei fatti militarizza la frontiera orientale. “L’Ungheria deve fare la propria parte per ripristinare la pace, ma nel frattempo l’esercito, in cooperazione con la polizia, deve essere preparato ad affrontare situazione se le cose si dovessero mettere male e i rifugiati iniziassero ad arrivare“.

PM Orbán: "We must do everything we can to avoid war. Hungary must stay out of this conflict, this military conflict, because Hungary's security is the most important interest." #UkraineRussiaCrisis pic.twitter.com/5KyBAHoPxx

— Zoltan Kovacs (@zoltanspox) February 23, 2022

Il messaggio pubblico è stato rilanciato dal portavoce di governo, Zoltan Kovacs, dopo la visita del primo ministro al ministero della Difesa. La sicurezza del Paese è il mantra di Orban, che cerca di sfruttare questa situazione di crisi e tensione a fini elettorali. Il 3 aprile si vota per rinnovare il Parlamento, in una competizione che è anche un giudizio sull’operato di Orban. Assieme alle politiche si vota anche per il referendum sulla legge anti-LGBTI oggetto di tensioni con Bruxelles.

L’annuncio di Orban rischia di innescare un nuova crisi tutta interna all’UE sulle questioni migratorie, dove il blocco dei Ventisette – allora Ventotto – è dall’emergenza del 2015 che non riesce a trovare una quadra, e anzi litiga. Una riunione dei ministri degli Interni è prevista il 3 marzo, per fare il punto, tra le altre cose, sulla strategia comune di gestione dei flussi. Che adesso si arricchisce di un nuovo tassello. Orban di fatto modifica già l’agenda dei lavori, e non è escluso che sollevi il tema ai leader nel corso del vertice straordinario del Consiglio europeo di questa sera.

Certo sarà difficile per l’UE, che fin qui tanto si è spesa nei rapporti con Kiev, chiudere le porte in faccia ai cittadini ucraini in fuga dalla guerra. Ma Orban manda messaggi e segnali tutt’altro che costruttivi. Se in Ungheria si militarizza la frontiera, la Polonia, invece, predispone otto punti di accoglienza per i rifugiati ucraini al confine. Il il viceministro dell’Interno, Paweł Bossernaker, fa sapere che i campi profughi, nelle province polacche di Lublino e Podkarpackie, saranno in grado di fornire ai rifugiati guida, cibo e assistenza medica.

Anche l’Alto commissariato per i rifugiati dell’ONU (UNHCR) si mobilita. “L’UNHCR sta lavorando con le autorità, le Nazioni Unite e altri partner in Ucraina ed è pronto a fornire assistenza umanitaria ove necessario e possibile“, fa sapere l’Alto commissario Achille Grandi. “Siamo pronti a sostenere gli sforzi di tutti per rispondere a qualsiasi situazione di sfollamento forzato. A tal fine, devono essere garantiti la sicurezza e l’accesso agli sforzi umanitari”.

Tags: achille grandiimmigrazionemigrantiRifugiatirussiaUcrainaUeungheriaUnhcrviktor orban

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