Bruxelles – Più violenza domestica, meno soldi in busta paga, maggiore stress mentale. Ecco, in estrema sintesi, le donne ai tempi del COVID, come descritte da Eurobarometro nel nuovo sondaggio commissionato dal Parlamento europeo alla vigilia della giornata internazionale della donna (8 marzo), condotto tra 25 gennaio e 3 febbraio su 26.741 cittadine europee. Un quadro che suona da nuovo campanello d’allarme sociale su cui dover lavorare. Dall’inizio della pandemia, “è più probabile” che le donne si sentano preoccupate per la scomparsa di amici e familiari (44 per cento), ansiose e stressate (37 per cento) e generalmente preoccupate per il loro futuro (33 per cento).
“I risultati dell’indagine confermano ciò che già sappiamo: la pandemia di COVID-19 ha colpito in modo sproporzionato donne e ragazze in una miriade di modi”, denuncia Robert Biedroń (S&D), presidente della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere. “Ma le crisi possono anche presentare opportunità: un’opportunità per ricostruire meglio”. Per questo, l’invito del parlamentare polacco, “la ripresa dovrebbe quindi mettere le donne al centro delle soluzioni, che porteremo avanti anche attraverso il nostro lavoro”.
Diversi gli indicatori della crisi femminile portata dal COVID. Nell’UE ci sono più di quattro donne su dieci (44 per cento) che lamentano di aver incontrato difficoltà a conciliare vita personale e vita professionale a causa di restrizioni e tele-lavoro. Un dato confermato anche in Italia (42 per cento). C’è poi la questione retributiva. Un 38 per cento di donne in tutto il territorio dell’Unione europea dichiara ripercussioni negative sulla busta paga, dato che per le italiane si aggrava. La quota rosa tricolore che dichiara un deterioramento dello stipendio si attesta al 46 per cento.
Una situazione che si traduce in stress mentale per quattro donne su dieci (41 per cento), e praticamente una donna su due nello Stivale (48 per cento). Ad ansie e preoccupazioni, si aggiunge anche l’incubo della convivenza. Per le donne ai tempi del COVID la pandemia è stata sinonimo di nuove violenze domestiche per oltre sette donne su dieci nell’UE (77 per cento), e oltre otto donne su dieci in Italia (84 per cento).
In questa situazione, la donna guarda al Parlamento europeo per riconquistare dignità personale e professionale. Si vorrebbero interventi per ridurre violenza mentale e fisica contro le donne (47 per cento), divario retributivo e il suo impatto sullo sviluppo della carriera (41 per cento). Terza priorità per le cittadine europee, politiche per conciliare vita privata e lavorativa (31 per cento).