Bruxelles – Superato il veto della Germania sull’embargo al petrolio russo, la Commissione Europea è pronta a presentare il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per l’aggressione dell’Ucraina. Includendo stavolta anche un divieto di importazioni di petrolio in arrivo da Mosca.
“Domani a Strasburgo si terrà la prossima riunione del collegio dei commissari” della Commissione Europea “dopo la quale sono sicura che la presidente (Ursula von der Leyen) fornirà ulteriori informazioni” sul prossimo pacchetto di misure restrittive, ha fatto confermato lunedì 2 maggio la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, in arrivo alla riunione straordinaria dei ministri dell’Energia convocata con urgenza dalla presidenza francese per discutere dei tagli alle forniture di gas a Polonia e Bulgaria disposto dalla Russia la scorsa settimana.
Simson ha confermato il lavoro della Commissione UE sul nuovo regime di sanzioni, che dovrebbe includere anche la stretta sul petrolio russo. La proposta dovrebbe arrivare domani dopo la riunione del collegio a Strasburgo, dove è in corso la plenaria dell’Europarlamento, come confermano anche altre fonti dell’UE. Nel fine settimana si sono tenuti alcuni incontri informali separati tra la Commissione europea e gli ambasciatori dei 27 Paesi membri per anticipare loro il contenuto del sesto pacchetto. La presentazione ufficiale deve essere prima di mercoledì, per consentire ai rappresentanti permanenti di discuterne alla riunione del Coreper (il comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione europea) che si terrà quel giorno, per sperare di chiudere un accordo entro la fine della settimana.
Dopo varie indecisioni, l’accelerata di Bruxelles arriva nel momento in cui la principale economia europea, la Germania, ha fatto cadere il veto sull’embargo. Berlino è tra i Paesi più dipendenti dal gas e dal petrolio russo ed è stato finora tra quelli a frenare di più sulle sanzioni europee. Arrivando al Consiglio a Bruxelles, il ministro tedesco per gli affari economici e il clima, Robert Habeck, ha pienamente confermato il cambio di passo del cancelliere tedesco, Olaf Scholz. “Dopo due mesi di lavoro, posso confermare che la Germania non è contro l’embargo al petrolio russo: siamo pronti”, ha detto il ministro. Habeck ha ammesso che Berlino ha sempre avuto una forte dipendenza dal petrolio russo. Dipendenza ridotta da quando la guerra di Mosca in Ucraina è iniziata da oltre il 35% al 12%.
In relazione alle sanzioni sul petrolio si temono ripercussioni principalmente a livello locale, “se lo stop al petrolio si verificasse non avremo il tempo per risolverlo, ma non colpirebbe l’economia nazionale nel suo insieme”. Berlino sostiene che qualche settimana o mese in più “aiuterebbe per prepararci a livello tecnico”, ovvero trovare altre forniture e le navi, “ma altri Paesi potrebbero risentirne in maniera peggiore”. Come è successo per l’embargo sul carbone (per cui è stato previsto un periodo di transizione di quattro mesi per i contratti in essere), la Commissione europea proporrà un approccio di eliminazione graduale anche sul petrolio russo entro la fine dell’anno per andare incontro a Berlino. Secondo varie indiscrezioni, misure transitorie o qualche tipologia di esenzione saranno previste per l’Ungheria e la Slovacchia, vista la loro dipendenza dalle forniture russe. Bruxelles cerca di evitare che in sede di Consiglio, la proposta sia bloccata dal veto di qualche Stato membro.