Bruxelles – Un investimento geopolitico per l’intera Unione Europea. Così Charles Michel definisce il terminale galleggiante di gas naturale liquefatto (GNL) importato in fase di costruzione a circa 18 chilometri dal porto di Alexandroupolis, in Grecia, che trasporterà gas a terra attraverso un gasdotto lungo 28 km presumibilmente a partire dal 2023.
Il progetto strategico è stato inaugurato oggi (3 maggio) dal presidente del Consiglio europeo, insieme al premier greco Kyriakos Mitsotakis, il premier bulgaro Kiril Petkov, il presidente della Serbia Aleksandar Vucic e il premier della Repubblica di Nord Macedonia, Dimitar Kovachevski. Si inquadra nel pieno della crisi di approvvigionamento di gas ed energia che la guerra di Russia in Ucraina porta con sé, dal momento che Mosca è il principale fornitore di gas all’Unione Europea. La Commissione Europea lo ha riconosciuto come un progetto di interesse comune (PCI), approvando a giugno 2021 un finanziamento pubblico di 166,7 milioni di euro per il terminale di importazione di GNL, in linea con le sue regole di concorrenza per gli aiuti di Stato.
È considerato un progetto di importanza strategica per contribuire alla sicurezza energetica della Grecia e di altri Paesi dell’Europa sudorientale tra cui Bulgaria, Romania e Serbia e diversificare l’approvvigionamento di gas della regione acquistando GNL da paesi come Stati Uniti, Egitto, Qatar e Algeria. Rappresenterà inoltre una rotta alternativa di approvvigionamento di gas naturale che non passi attraverso la Turchia e contribuirà a ridurre la dipendenza dall’energia russa.
Talmente strategico che la sua inaugurazione ha richiesto la presenza del capo del Consiglio Europeo.”Ci aiuterà a diversificare la nostra fornitura di gas, a rafforzare la nostra infrastruttura energetica e ad eliminare gradualmente la nostra dipendenza dai combustibili fossili russi”, ha ricordato Michel nel suo intervento, ponendo l’accento sul fatto che i capi di Stato e governo hanno dato mandato alla Commissione Europea – durante lo scorso vertice di Versailles di marzo – per presentare un piano per l’indipendenza dai combustibili fossili russi entro la fine del 2027, da una parte perché la Russia si è dimostrata un partner inaffidabile (tagliando di recente anche le forniture di gas a Bulgaria e Polonia), dall’altra per la necessità di smettere di finanziare se pure indirettamente la guerra del Cremlino in Ucraina.
“Dobbiamo rompere la macchina da guerra russa”, ha ammesso Michel, chiarendo di essere convinto che presto ci saranno nuove sanzioni approvate in seno al Consiglio che andranno a colpire anche le importazioni di petrolio russo. “Ecco perché questo nuovo terminale GNL è così tempestivo e così importante”, ha detto Michel, definendolo di fatto un investimento geopolitico e questo è un momento geopolitico. Riflette ciò che dobbiamo fare di più. Fornirà sicurezza di approvvigionamento a Grecia, Bulgaria, Macedonia del Nord, Serbia e altri paesi della regione”. Anche sui Balcani occidentali pesa la dipendenza energetica da Mosca, e Bruxelles offrirà ai partner storici che aspirano un giorno a entrare a far parte del progetto comunitario, a entrare a far parte della piattaforma dell’UE per l’acquisto di energia che è in fase di creazione.
Sarà Gastrade, una società di servizi pubblici con sede in Grecia, a sviluppare e gestire il progetto di importazione e rigassificazione di GNL che secondo le stime sarà in grado di rigassificare 5,5 miliardi di metri cubi all’anno (bcm/a) e a immagazzinarne 153.500 metri cubi. “Sarà un condotto fondamentale per l’energia che aiuterà l’Unione europea e i Balcani a diventare meno dipendenti dalle forniture russe”, ha aggiunto in conferenza stampa al fianco di Michel il primo ministro Kyriakos Mitsotakis. “Questo non è solo un progetto energetico. Cambierà la mappa energetica dell’Europa”, ha fatto eco anche il primo ministro bulgaro Kiril Petkov.