Bruxelles – Un ‘RePowerEu’ per ricostruire un’Ucraina più verde e più moderna energeticamente dopo la guerra. Prende forma nelle intenzioni della Commissione Europea l’idea di lanciare un’iniziativa specifica – che si chiamerà ‘RePowerUkraine’ – per la ricostruzione del sistema energetico di Kiev una volta che l’invasione della Russia di Vladimir Putin, iniziata lo scorso 24 febbraio, sarà finita.
L’Esecutivo europeo “sosterrà l’Ucraina nella ricostruzione di un sistema energetico verde e moderno dopo la guerra”, ha annunciato ieri (18 maggio) la commissaria responsabile per l’Energia, Kadri Simson, nel presentare in conferenza stampa il vasto piano da potenziali 300 miliardi di euro ‘RePower EU’ per dire addio ai combustibili fossili importati dalla Russia al più tardi entro il 2027. Bruxelles rinnova “il nostro impegno nei confronti dell’Ucraina e di altri vicini fortemente colpiti dalla guerra”, ha detto la commissaria aggiungendo che “l’UE continuerà a fornire forniture di energia e a lavorare per rendere possibile il commercio di elettricità con l’Ucraina”.
Dal punto di vista energetico, la guerra di Putin ha avuto tra le prime conseguenze l’accelerazione delle tappe per sincronizzare la rete elettrica dell’Ucraina a quella europea, così da affrancare il Paese dalla dipendenza energetica dalla Russia. A metà marzo la Commissione Europea ha annunciato che entrambe le reti elettriche di Ucraina e Moldova sono state sincronizzate “con successo” con la rete dell’Europa continentale per aiutare i due Paesi a mantenere stabile il “proprio sistema elettrico, le case calde e le luci accese” anche durante la guerra della Russia in Ucraina. Per quanto riguarda Kiev, la sincronizzazione delle rete elettrica con quella europea era un progetto che Bruxelles portava avanti da tempo considerandolo strategico per diversificare i fornitori di elettricità e rafforzare l’autonomia energetica del Paese dalla Russia.
Bruxelles intende andare oltre per coinvolgere a pieno Kiev nella strategia energetica dell’UE. L’intenzione è stata riaffermata oggi da Simson in un lungo intervento in sessione di mini-plenaria dell’Europarlamento in corso a Bruxelles. “Lanceremo l’iniziativa RePowerUkraine'” di sostegno energetico e di rilancio delle infrastrutture dell’Ucraina, ha detto ai deputati, ricordando quanto sia ora reale la possibilità per l’intera Unione di andare incontro a tagli alle forniture di gas da parte del Cremlino. Solo tre settimane fa la “Russia ha tagliato le forniture di gas a Bulgaria e Polonia, minacciando un taglio alle forniture di combustibili fossili a tutta l’UE” e questo “ancora una volta dimostra che la Russia non è un partner su cui possiamo contare ed è per questo che la Commissione UE ieri ha presentato il piano Repower EU per dire addio alle risorse fossili importate da Mosca” al più tardi entro il 2027 “e sostituirle con energia pulita e affidabile”.
I piani della ricostruzione ‘verde’ di Kiev, per ora solo abbozzati nelle parole della Commissione, si inquadro nel più ampio piano di Bruxelles per la ricostruzione del Paese e della ripresa della sua economia gravata dalla guerra. E’ di ieri la proposta di dare vita a una piattaforma per la ricostruzione dell’Ucraina che sarà co-presieduta dall’esecutivo comunitario e dal governo di Kiev per andare a individuare quali sono i settori prioritari a cui destinare i finanziamenti e quali progetti mettere in atto attraverso il piano di ricostruzione che prenderà il nome di RebuildUkraine.