Bruxelles – La Croazia è pronta ad adottare l’euro, ma i cittadini ne hanno paura. Non della moneta unica in sé, ma dell’uso che potrà esserne fatto al momento dell’eliminazione della kuna. Otto croati su dieci temono l’impostazione abusiva dei prezzi durante il cambio, in sostanza il ritocco al rialzo dei listini e l’aumento indiscriminato dei prezzi. Così, a sei mesi dalla rivoluzione monetaria, ora l’opinione pubblica è divisa e più propensa a ritenere che il passaggio alla moneta unica dall’1 gennaio possa comportare più costi (49 per cento) che benefici (45 per cento). E’ lo speciale sondaggio Eurobarometro a far emergere le preoccupazioni tutte nuove in quello che sarà il ventesimo membro di eurolandia.
Ci sono poi questioni di natura diversa ad alimentare malcontento. Una di queste è legata al nazionalismo. Per un Paese giovane, indipendente dal 1991, l’abbandono della moneta nazionale è considerato come “perdita parziale di identità” da praticamente sei persone su dieci (57 per cento), anche se un intervistato su due (49 per cento) vede nell’adesione all’eurozona il rischio di perdita del controllo della politica economica nazionale.
Il sondaggio, condotto ad aprile su un campione di mille persone, mostra un certo scollamento tra politica e società. La prima ha investito energie e misure per poter introdurre l’euro, in un percorso che ha raccolto l’elogio praticamente di tutti, tra istituzioni comunitarie e Paesi partner UE. Non va dimenticato che la Croazia è l’ultimo Stato membro per momento di ingresso, avvenuto a luglio 2013, e che dopo neanche dieci anni riesce ad avere le carte in regola per entrare anche nell’unione monetaria. Per fare un paragone, Paesi quali Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, arrivati con il grande allargamento del 2004, sono ancora lontani dalla prospettiva di vedere circolare la moneta dell’UE nel proprio territorio.
I cittadini però non sembrano apprezzare il risultato ottenuto dai propri governanti, tanto che solo una persona su quattro (25 per cento) scalpita per poter maneggiare la nuova valuta, ammettendo di volere il passaggio kuna-euro “il prima possibile”, mentre una persona su tre (34 per cento) preferirebbe aspettare “ancora un po’ di tempo”. Le famiglie hanno paura dell’euro in arrivo. Insomma, la Croazia è pronta per il cambiamento epocale, ma i croati no. Anzi, nemmeno questo è vero. Perché gli stessi intervistati ritengono che il Paese non sia pronto (58 per cento).