Bruxelles – La seconda parte del pacchetto di legislazioni dedicate all’economia circolare sarà presentata dalla Commissione europea il 30 novembre, secondo l’ultima versione dell’ordine del giorno delle riunioni del collegio di commissari (datata 28 giugno). Il pacchetto era stato inizialmente calendarizzato per il prossimo 20 luglio, ma Bruxelles ha deciso di rimandarlo e il motivo potrebbe essere la portata delle misure che vi saranno contenute. Comprenderà una proposta di regolamento sulle dichiarazioni ambientali (dichiarazioni verdi), un nuovo quadro politico per le plastiche biodegradabili e compostabili, la revisione della direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio con obiettivi di prevenzione dei rifiuti livello UE. Attese inoltre misure per ridurre il rilascio di microplastiche nell’ambiente e una normativa sul diritto alla riparazione.
Il primo dei due pacchetti per l’economia circolare è stato presentato dalla Commissione lo scorso 30 marzo, con quattro iniziative specifiche: nuove norme per l’eco-progettazione dei prodotti, un piano di lavoro di transizione per gli anni 2022-2024 (fino a che le nuove norme non saranno in vigore) e due iniziative settoriali per due dei comparti su cui l’UE vuole intervenire prima possibile, l’industria tessile e i prodotti delle costruzioni. Un pacchetto complesso ma che nei fatti ha spiegato poco delle iniziative che l’UE dovrà prendere in concreto nei prossimi anni per invertire la rotta dell’economia, passando da un principio di linearità alla circolarità. Il pilastro principale del pacchetto adottato a marzo è stata la proposta per nuovo “regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili”, che andrà a modificare il precedente regolamento (UE) 2019/1020 e abrogare la direttiva 2009/125/CE, per costruire un nuovo quadro politico dell’UE sul tema della sostenibilità dei prodotti immessi sul mercato.
Bruxelles ha indicato la data del 30 novembre anche per un’altra iniziativa attesa da tempo, un mini “pacchetto-clima” che comprenderà una proposta di un nuovo quadro normativo per la certificazione delle rimozioni di carbonio, cercando di sfruttare tutti i settori a disposizione, compresa l’agricoltura (i certificati di CO2) e norme riviste sulle emissioni di CO2 per i veicoli pesanti con vincoli più stringenti e introdotte nuove regole per la misurazione armonizzata delle emissioni dei trasporti e della logistica.