Bruxelles – L’indagine del Mediatore europeo sulla gestione da parte della Commissione di una richiesta di messaggi di testo tra il suo presidente e l’amministratore delegato di un’azienda farmaceutica “è un campanello d’allarme per tutte le istituzioni dell’Ue per garantire la responsabilità nell’era della messaggistica istantanea”. Così esordisce un duro comunicato dell’Ombudsman europeo Emily O’Reilly a proposito della questione dei messaggi “scomparsi”.
A un anno dalla richiesta iniziale di un giornalista, “la Commissione non ha ancora chiarito se esistano messaggi riferiti a importanti accordi di appalto di vaccini e se il pubblico abbia il diritto di vederli”, insiste il Mediatore, che aveva chiesto alla Commissione, in una constatazione di cattiva amministrazione a gennaio, di condurre una ricerca più approfondita dei messaggi di testo. La recente risposta della Commissione “non ha indicato se avesse cercato direttamente e correttamente i messaggi di testo e, in caso negativo, perché no”.
Sebbene la risposta abbia riconosciuto che i messaggi di testo relativi al lavoro possono essere documenti dell’Ue, ha ribadito che la politica interna della Commissione è, in effetti, di non registrare i messaggi di testo. Il Mediatore ha archiviato l’indagine e ha confermato la sua constatazione di cattiva amministrazione.
“La risposta della Commissione alle mie conclusioni non risponde alla domanda fondamentale se i messaggi di testo in questione esistono né ha fornito alcuna chiarezza su come la Commissione avrebbe risposto a una richiesta specifica di altri messaggi di testo”, ha affermato Emily O’Reilly, secondo la quale “la gestione di questa richiesta di accesso ai documenti lascia la spiacevole impressione di un’istituzione dell’Ue che non è disponibile su questioni di rilevante interesse pubblico“.
“L’accesso del pubblico ai messaggi di testo relativi al lavoro è un settore nuovo per l’amministrazione dell’Ue e deve essere affrontato in modo sostanziale e in buona fede. Questa indagine è un campanello d’allarme per tutte le istituzioni dell’Ue”, continua O’Reilly, secondo la quale “le recenti rivelazioni sulle tattiche di lobbying da parte di una multinazionale americana in Europa, compresi i messaggi di testo trapelati, mostrano l’urgenza di questo problema per le pubbliche amministrazioni”.
Raccomandazioni per la registrazione di messaggi di testo relativi al lavoro
Separatamente, dopo aver raccolto informazioni sulle norme e le pratiche relative alla registrazione di SMS e messaggi istantanei nell’amministrazione dell’Ue, il Mediatore pubblica oggi raccomandazioni pratiche per affrontare questo problema.
Le raccomandazioni (vedi l’elenco completo qui) dicono che:
- I messaggi di testo e istantanei relativi al lavoro dovrebbero essere riconosciuti come documenti dell’UE.
- Dovrebbero essere messe in atto soluzioni tecnologiche per consentire la facile registrazione di tali messaggi.
- Il personale dovrebbe avere indicazioni chiare su come registrare tali messaggi.
- Le richieste di accesso pubblico a documenti che potrebbero riguardare messaggi di testo dovrebbero essere trattate in modo da considerare tutte le posizioni in cui tali messaggi potrebbero essere archiviati.
La vicenda
Nell’aprile 2021, il New York Times ha pubblicato un articolo in cui riportava che il presidente della Commissione e l’amministratore delegato di un’azienda farmaceutica si erano scambiati testi relativi all’approvvigionamento dei vaccini COVID-19. Ciò ha spinto un giornalista a richiedere l’accesso del pubblico ai messaggi di testo e ad altri documenti relativi allo scambio non avendo avuto risposte il giornalista si era rivolto al Mediatore.
L’indagine del Mediatore ha rivelato che la Commissione non ha chiesto esplicitamente al gabinetto del Presidente di cercare messaggi di testo. Invece, ha chiesto al suo gabinetto di cercare documenti che soddisfano i criteri interni della Commissione per la registrazione: i messaggi di testo non sono considerati conformi a questi criteri. Il Mediatore ha ritenuto che si trattasse di cattiva amministrazione e ha chiesto di effettuare una ricerca più approfondita per i messaggi di testo.
Il regolamento 1049/2001, che sancisce il diritto del pubblico di accedere ai documenti dell’Ue, definisce documento come “qualsiasi contenuto, qualunque sia il suo supporto (scritto su carta o archiviato in forma elettronica o come registrazione sonora, visiva o audiovisiva) riguardante una materia attinente a le politiche, le attività e le decisioni che rientrano nella sfera di responsabilità dell’ente”.