Bruxelles – Avanti con l’aumento dei tassi di interesse. La Banca centrale europea tiene fede agli annunci e anche di più. Il Consiglio direttivo modifica la sua politica monetaria e rialza di 0,50 punti i tassi di riferimento. Un cambio di programma nella già prevista revisione della strategia. L‘Eurower “ha ritenuto opportuno adottare un primo intervento più ampio nella normalizzazione dei tassi di riferimento rispetto a quanto segnalato nella riunione precedente”, riconosce la presidente Christine Lagarde, convinta come tutti i membri del Consiglio che questa sia la mossa migliora sulla base della “nostra valutazione aggiornata dei rischi di inflazione”. Non più tassi da 0 a 0,25, ma da 0 a 0,50 per cento, dunque.
Lagarde insiste nel ribadire l’impegno per una stabilità dei prezzi, e rivendica la decisione. Questa mossa “sosterrà il ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine”. Una decisione che rischia però effetti domino sull’economia reale. Innalzare i tassi di interesse vuol dire che aumenterà il costo del prestito del denaro chiesto alle banche centrali. Gli istituti di credito, per ottenere liquidità, dovranno pagare di più, e questo si ripercuote automaticamente sulle linee di credito che famiglie e imprese vorranno cercare presso le loro banche, con mutui e prestito più cari da rimborsare.
Già adesso, senza l’aumento dei tassi di interesse, le banche hanno continuato a inasprire le condizioni per finanziamenti alle imprese e prestiti alle famiglie. Questo rischia di tradursi in un ulteriore aumento dei mutui, e condizioni meno agevoli per sostenere il settore secondario. Aumentare di tassi allo 0,50 per cento è un problema per i cittadini, visto e considerato, e di questo Lagarde ne è consapevole visto che è lei a sottolinearlo in conferenza stampa, “i consumi sono sostenuti dai risparmi costruiti negli ultimi anni”. Non è un buon segno, questo. Vuol dire che le famiglie stanno intaccando i loro risparmi, contribuendo al loro impoverimento in un momento di “continua perdita di potere d’acquisto” determinata da un’inflazione all’8,6%.
Ormai il passo è compiuto. Lagarde conferma che la BCE continuerà a intervenire sui tassi, “sulla base dei dati disponibili”, e che il tema sarà al centro di ogni riunione del Consiglio direttivo. E’ pronta a rivedere la strategia sin da subito. All’inizio l’orientamento era di portare i tassi allo 0,25 per cento a luglio per innalzarli allo 0,50 per cento eventualmente alla ripresa dopo la pausa estiva. “Quindi la tabella prevista per settembre non è più valida. Quello che accadrà a settembre dipenderà dai dati”.