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Home » Cronaca » In Italia si spende ancora troppo poco per la protezione contro gli incendi e per l’assunzione di vigili del fuoco

In Italia si spende ancora troppo poco per la protezione contro gli incendi e per l’assunzione di vigili del fuoco

È quanto emerge dai dati Eurostat sulla spesa delle amministrazioni pubbliche nell'Ue per la protezione antincendi: in Italia nel 2020 sono stati destinati 3,5 miliardi di euro (su un totale di 945 miliardi), mentre i professionisti nel 2021 erano 39.440 (lo 0,17 per cento dell'occupazione totale)

Federico Baccini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@federicobaccini" target="_blank">@federicobaccini</a> di Federico Baccini @federicobaccini
9 Agosto 2022
in Cronaca
aerei antincendio

Bruxelles – Non ancora sufficiente. Nel pieno di quello che il Copernicus Climate Change Service ha definito “uno dei tre mesi di luglio più caldi mai registrati” e dei timori della Commissione Europea per la siccità più grave nella storia del continente, i dati Eurostat pubblicati oggi sulla spesa per la protezione contro gli incendi nell’Unione Europea non sono particolarmente rassicuranti, in particolare per quanto riguarda l’Italia. Sia sul piano della quota di spesa sul totale dell’amministrazione pubblica, sia su quello dell’occupazione di vigili del fuoco professionisti, l’Italia si posiziona sotto i valori medi Ue. Ed è lo stesso rapporto Eurostat a sottolineare le conseguenze: “Gli incendi che imperversano in Europa hanno devastato migliaia di ettari di terreno in Francia, Portogallo, Spagna, Italia e Grecia, mettendo a dura prova i vigili del fuoco dei Paesi colpiti”.

Spesa Incendi UeSecondo quanto emerge dai dati pubblicati oggi, nel 2020 la spesa per i servizi di protezione contro gli incendi in Italia è stata pari a 3,5 miliardi di euro, ovvero lo 0,4 per cento di quella totale dell’amministrazione pubblica nazionale (attorno ai 945 miliardi di euro). La quota complessiva di spesa nell’Unione Europea si è attestata sui 32,9 miliardi di euro, con un aumento del 6,4 per cento rispetto al 2019. Un aumento che però non si riflette in un miglioramento in tutti i Paesi membri, considerato il rapporto sensibilmente variabile a seconda del caso specifico: se la media Ue è pari allo 0,5 per cento di spesa sul totale delle amministrazioni pubbliche, in Romania cresce fino allo 0,8, mentre la Danimarca fa registrare il minimo di 0,1 per cento.

C’è poi il capitolo dell’occupazione di vigili del fuoco. I dati Eurostat rilevano che nel 2021 in Italia erano impiegati 39.440 professionisti, ovvero lo 0,17 per cento dell’occupazione totale del Paese. Anche questo dato si pone – leggermente – sotto la media Ue, fissata allo 0,18 per cento del totale della forza lavoro sul territorio comunitario (365 mila vigili del fuoco professionisti). Che si possa fare meglio è evidenziato non solo dal fatto che l’Italia sia tra i peggiori Paesi in questa classifica (insieme a Paesi Bassi, Slovenia, Finlandia, Francia, Germania e Polonia), ma anche dai dati dei più virtuosi: sono 14 i Paesi membri che superano la soglia dello 0,2 per cento rispetto all’occupazione totale, con l’Estonia che sfonda il tetto dello 0,4 e altri sei che vanno oltre lo 0,3. Infine, per quanto riguarda l’età dei professionisti della protezione antincendio nell’Ue, le fasce tra 35-39 anni e 40-44 anni registrano il maggior numero di occupati (circa 61 mila ciascuna), ma va rilevato anche il fatto che ci sono più vigili del fuoco con età superiore ai 55 anni (50.300) rispetto a quelli tra i 30 e i 34 anni (43 mila).

Tags: emergenza incendieurostatincendiitaliaprotezione antincendivigili del fuoco

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