Bruxelles – L’avvertimento era arrivato da mesi dalle istituzioni europee e le autorità di polizia continuano: scandagliare il web per individuare e smantellare le reti di reclutamento, ma gli effetti stanno iniziando a diventare comunque tangibili. La tratta di esseri umani e lo sfruttamento sessuale delle persone in fuga dalla guerra in Ucraina stanno ormai diventando un business per le organizzazioni criminali sul territorio dell’Unione Europea, come dimostrera l’intensificarsi nelle ultime settimane delle segnalazioni di e-mail spam con contenuti pornografici che riguardano donne e minori ucraini.
Già a poche settimane dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina Europol avvertiva che “donne, bambini e persone vulnerabili sono le vittime ideali delle reti criminali coinvolte nella tratta di esseri umani“, in particolare per il “rischio di sfruttamento sessuale e lavorativo”. Un pericolo ribadito dall’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), che a maggio è stato affrontato da indagini congiunte tra le autorità di polizia di 14 Paesi membri Ue (tra cui l’Italia) e del Regno Unito, a partire dallo sfruttamento sessuale attraverso siti web e piattaforme di social media “anche in lingua russa”. Gli investigatori hanno monitorato le diverse modalità online attraverso cui le reti criminali tentano di reclutare rifugiate e rifugiati ucraini vulnerabili, in particolare i post che offrono aiuto per il trasporto, l’alloggio e il lavoro, ma anche siti di incontri e piattaforme che offrono servizi sessuali. E proprio in questa occasione è stato individuato “un numero significativo di offerte di lavoro sospette rivolte a donne ucraine, alcune delle quali descritte come servizi fotografici“, ma anche “offerte di un futuro brillante, che le ha spinte allo sfruttamento sessuale”.
Poche settimane prima dell’inizio delle operazioni di investigazione da parte delle autorità nazionali, il Parlamento Ue aveva votato una risoluzione che esprimeva “profonda preoccupazione per il crescente numero di segnalazioni di traffico di esseri umani, violenze sessuali, sfruttamento, stupri e abusi subiti da donne e bambini in fuga dall’Ucraina”. Per dare una risposta a queste persone vulnerabili, i membri dell’Eurocamera hanno ribadito che “le esigenze specifiche di donne e ragazze dovrebbero essere affrontate nei centri di accoglienza dei rifugiati”, ma anche che “i meccanismi di denuncia dovrebbero essere resi immediatamente disponibili nelle loro in lingue e formati accessibili a tutti”. Nella stessa ottica i Ventisette “dovrebbero identificare e perseguire rapidamente le reti di trafficanti che traggono profitto dallo sfruttamento sessuale delle donne rifugiate” in fuga dalla guerra in Ucraina. Da parte della Commissione Europea, invece, lo scorso 13 maggio è stato annunciato uno stanziamento pari a 1,5 milioni di euro per un progetto dedicato a sostenere il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) nell’assistenza alle donne e alle ragazze dentro e fuori l’Ucraina, attraverso servizi di salute sessuale e riproduttiva: i finanziamenti sono destinati a forniture e attrezzature essenziali, tra cui kit di emergenza per le donne in gravidanza.