Bruxelles – Adesso è ufficiale: Germania in recessione. All’Ifo, l’Istituto di ricerca economica di Monaco, non hanno dubbi. “Stiamo entrando in una recessione invernale”, sostiene il responsabile delle previsioni, Timo Wollmershäuser. Non è che l’inizio, visto che nel prossimo anno ci si attende una contrazione della produzione economica dello 0,3 per cento. Il motore economico dell’eurozona dunque si ferma, e questo rischia di ripercuotersi su tutta Eurolandia. “I tagli alle forniture di gas dalla Russia durante l’estate e i drastici aumenti dei prezzi stanno devastando la ripresa economica dopo il coronavirus”, continua il responsabile previsioni di Ifo, che vede un 2023 in negativo. “Non ci aspettiamo un ritorno alla normalità fino al 2024“.
Non ci si attendono ricadute acute sul mercato del lavoro, almeno non in Germania. Qui “l‘aumento dell’occupazione rallenterà solo temporaneamente”, continua l’istituto Ifo, e il pur previsto aumento della disoccupazione di ben 50mila unità nel prossimo anno è dovuto “principalmente all’aumento del numero di cittadini ucraini disoccupati nell’estate del 2022, che solo gradualmente saranno integrati nel mercato del lavoro”.
Le previsioni e i dati che arrivano dalla Germania confermano non tanto i rischi ventilati nei mesi scorsi su una possibile recessione tedesca, quanto i timori di un ristagno più generalizzato e diffuso. Né la Commissione europea né la Bce ormai hanno remore a riconoscere che la possibilità è concreta e che si materializza sempre più. Soprattutto se dovesse fermarsi la principale economia dell’eurozona, come sarà. Il fatto che sia ufficializzato come la Bundesrepublick stia entrando in recessione già adesso, certifica lo stato di rinnovata crisi dell’area euro.