Bruxelles – Nel giorno dell’inaugurazione della Comunità Politica Europea (Cpe), sorge spontanea una domanda: era necessario un nuovo formato di riunioni sul continente europeo, con tutte le organizzazioni, istituzioni e vertici di alto livello già rodati? Se il verdetto definitivo potrà arrivare solo dalla Storia, per il momento si può dare una risposta sulle caratteristiche che rendono questo forum un inedito rispetto a quanto già osservato con altre formule della diplomazia internazionale.
La Comunità Politica Europea è una piattaforma di coordinamento tra i leader di Paesi Ue ed extra-Ue sulle maggiori questioni di importanza strategica comune: energia, economia, ambiente, mobilità, migrazione, sicurezza e – oggi – guerra russa in Ucraina. La proposta è arrivata dal presidente francese, Emmanuel Macron, e da quello del Consiglio Europeo, Charles Michel, e la prima riunione si è svolta oggi (giovedì 6 ottobre) a Praga. Sono stati invitati 44 capi di Stato e di governo di tutto il continente, di cui 27 dell’Unione Europea e 17 extra-Ue (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Islanda, Norvegia, Regno Unito, Turchia, Liechtenstein, Svizzera, Georgia, Moldova, Armenia, Azerbaigian e Ucraina). La coreografia della riunione ha previsto una sessione plenaria d’apertura, tavole rotonde su due macro-temi (pace e sicurezza, energia, clima e situazione economica), incontri bilaterali e una sessione di chiusura.
Con questi tratti caratteristici, la Comunità Politica Europea può ricordare alcune istituzioni Ue e organizzazioni internazionali già operative, ma senza accavallarsi completamente a nessuna di esse. In primo luogo, è chiaro che l’Unione Europea è il motore di questa iniziativa – è stata disegnata tra Parigi e Bruxelles, è ospitata nella capitale del Paese che detiene attualmente la presidenza di turno semestrale del Consiglio dell’Ue (la Repubblica Ceca), è associata al vertice informale dei leader dell’Unione – ma è composta solo per il 60 per cento da membri Ue (27 su 44). Ha dei punti di contatto con il Consiglio Europeo – si tratta di una riunione di capi di Stato e di governo, che discutono di questioni generali e di approcci comuni alle sfide maggiori – ma esce dallo schema binario dentro/fuori l’Ue e non prevede nemmeno conclusioni in forma scritta.
Per il numero di Stati partecipanti e la loro disposizione geografica ricorda molto il Consiglio d’Europa – 46 contro 44, tutti in Europa, più Turchia e Caucaso, con alcune eccezioni sui micro-Stati e il Kosovo – ma il nuovo forum non ha un focus sul rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto. Al contrario, iniziano già ad arrivare le critiche per gli inviti a leader che non fanno di queste questioni il punto forte delle proprie politiche (vedi Turchia, Azerbaigian e Armenia). Per competenze può sembrare sovrapporsi all’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) – soprattutto per la promozione della pace, del dialogo politico e della cooperazione – ma non prevede una dimensione politico-militare e non coinvolge attori fuori dal continente europeo. Ma soprattutto, rispetto a tutte le istituzioni e le organizzazioni esistenti, ha la flessibilità di un formato informale, che punta più sulle tavole rotonde in formazione ridotta e sugli incontri bilaterali, rispetto alla rigidità di un apparato burocratico ed elefantiaco.
L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce)
L’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) è la più grande organizzazione intergovernativa di sicurezza regionale per la promozione della pace, del dialogo politico, della giustizia e della cooperazione in Europa. È nata il primo agosto 1995 come evoluzione della Conferenza sulla sicurezza e sulla cooperazione in Europa (Csce) ed è composta da 57 membri, tra cui anche Russia e diversi Paesi extra-europei (Canada, Stati Uniti, i cinque dell’Asia centrale e Mongolia). La sua sede centrale è a Vienna e si pone l’obiettivo di affrontare problematiche che hanno un impatto sulla sicurezza comune grazie ai diversi gruppi di esperti.
L’approccio dell’Osce si sviluppa su tre direttrici. A livello politico-militare, per il controllo degli armamenti, il contrasto al terrorismo e la prevenzione dei conflitti. A livello economico-ambientale, per il contrasto alla corruzione, la condivisione delle risorse naturali e la gestione del ciclo dei rifiuti. A livello umano, per l’osservazione dei sistemi elettorali, la tutela della libertà d’informazione e il rispetto dei diritti umani, delle minoranze e dello Stato di diritto. La presidenza è esercitata a rotazione annuale da un membro diverso (il ministro degli Esteri ne assume l’incarico), mentre il segretario generale resta in carica per tre anni, in coordinamento con il Centro per la risoluzione delle controversie legali e l’Ufficio per i controlli elettorali.
A livello strutturale, ogni settimana i 57 rappresentanti permanenti si riuniscono nel Consiglio Permanente (organo decisionale ordinario) e nel Foro di Cooperazione per la Sicurezza, mentre i vertici dei capi di Stato e di governo sono convocati periodicamente per definire le priorità di livello politico. L’Assemblea Parlamentare Osce riunisce attualmente 357 legislatori dei Parlamenti nazionali per facilitare il dialogo e la cooperazione. L’Osce comprende tre istituzioni specializzate: l’Ufficio per le istituzioni e i diritti dell’uomo (Varsavia), il Rappresentante per la libertà dei mezzi d’informazione (Vienna) e l’Alto commissario per le minoranze nazionali (L’Aja).
Il Consiglio d’Europa
Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale che si pone lo scopo di promuovere la democrazia e i diritti umani sul continente. Fu fondato il 5 maggio 1949 e oggi conta 46 membri, dopo l’espulsione della Russia lo scorso 16 marzo (il Kosovo, unico Paese europeo escluso oltre alla Bielorussia e alla Città del Vaticano, ha fatto richiesta a maggio). La sede istituzionale è Strasburgo e lo strumento principale d’azione consiste nella stipulazione di accordi e convenzioni internazionali tra gli Stati membri. Tra queste, la più significativa è la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (del 1950), che ha istituito la Corte europea dei diritti dell’uomo, incaricandola di vigilare sul rispetto dei suoi principi: i cittadini europei possono rivolgersi alla Corte quando ritengono che un Paese membro abbia violato i loro diritti e le loro libertà fondamentali.
Gli organi principali del Consiglio d’Europa sono il Comitato dei Ministri (organo decisionale composto dai ministri degli Affari esteri dei Paesi membri che si riunisce due volte all’anno e la cui presidenza si alterna ogni sei mesi), il segretariato generale (eletto per un periodo di cinque anni), l’Assemblea parlamentare (composta dai Parlamentari nazionali degli Stati membri e adotta risoluzioni e raccomandazioni), il Congresso dei poteri locali e regionali, la Corte europea dei diritti dell’uomo e il Commissario per i diritti umani (eletto dall’Assemblea parlamentare per sei anni).
Il Consiglio Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea
Il Consiglio Europeo è un’istituzione dell’Unione Europea, che definisce le priorità e gli orientamenti politici generali dell’Unione. Attivo dal 1975 come riunioni di capi di Stato e di governo, è entrato in vigore il primo dicembre 2009, prendendo così la forma di istituzione comunitaria. I membri del Consiglio Europeo sono i capi di Stato e di governo degli Stati membri dell’Unione Europea (attualmente 27), che eleggono a maggioranza qualificata un presidente del Consiglio. Alle riunioni periodiche a Bruxelles partecipa anche il presidente della Commissione Europea (l’istituzione che rappresenta l’esecutivo comunitario). Il Consiglio Europeo adotta conclusioni sugli orientamenti generali, ma non negozia né adotta atti legislativi.
Da non confondere con il Consiglio Europeo – né tantomeno con il Consiglio d’Europa – il Consiglio dell’Unione Europea, altra istituzione dell’Ue in cui sono rappresentanti i governi dei Paesi membri. È denominato in questo modo dal Trattato di Lisbona del 2007, sostituendo la precedente definizione di Consiglio speciale dei ministri. Nonostante sia un’entità giuridica unica, si riunisce in dieci diverse ‘formazioni’ a seconda dell’argomento trattato (Consiglio Affari Generali, Consiglio Affari Esteri, Consiglio Energia…) ed è l’organo decisionale essenziale dell’Unione. Tra i compiti del Consiglio dell’Unione Europea c’è la negoziazione e l’adozione della normativa comunitaria su proposta della Commissione Europea (è co-legislatore insieme al Parlamento Europeo nei settori in cui l’Ue ha competenza esclusiva o concorrente con gli Stati membri), l’adozione del bilancio comunitario insieme al Parlamento Ue e fornisce alla Commissione il mandato per negoziare a nome dell’Ue accordi con Paesi terzi e organizzazioni internazionali.