Bruxelles – Martedì 18 ottobre. C’è, infine, una data per la presentazione da parte della Commissione europea di un nuovo pacchetto di misure per affrontare il caro energia, che conterrà una proposta per lanciare nell’effettivo gli acquisti congiunti di gas e sviluppare un indice dei prezzi alternativo al Ttf (Title Transfer Facility) di Amsterdam.
Il pacchetto dovrebbe contenere anche un meccanismo di controllo dei prezzi del gas, anche se non è chiaro ancora in che forma. A confermarlo è stata la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, da Praga dove mercoledì e giovedì si è tenuto il Consiglio informale dell’energia. Una riunione dei ministri che non è riuscita a sciogliere il nodo del tetto al prezzo del gas. La commissaria ha ribadito che la preferenza della Commissione è quella di tentare di abbassare i prezzi attraverso i negoziati con i partner dell’Ue, “ma dobbiamo essere pronti se questi negoziati non sono abbastanza rapidi. Abbiamo bisogno di un meccanismo temporaneo per limitare i prezzi”, ha chiarito. Alla Conferenza degli ambasciatori dell’Ue, la presidente Ursula von der Leyen ha assicurato che il dialogo in corso con la Norvegia, diventato ora il principale fornitore di gas all’Europa, è già in corso. “Vogliamo trovare accordi che possano essere vantaggiosi per entrambe le parti e i nostri partner hanno interesse ad assicurarsi contratti a lungo termine con l’Ue, il più grande mercato del pianeta, e a investire nelle rinnovabili”. Per la leader c’è quindi “terreno comune” su cui lavorare insieme. “Noi abbiamo interesse a frenare i picchi folli dei prezzi dell’energia, trasformandoci al tempo stesso in rinnovabili”.
Questi accordi preferenziali vanno a rilento, dunque l’esecutivo non esclude di dover presentare anche un meccanismo di controllo dei prezzi. Il piano di Bruxelles sarà articolato su quattro pilastri. In primo luogo, la commissaria estone ha confermato che nel pacchetto ci sarà una proposta per un parametro di riferimento alternativo al Ttf di Amsterdam, il mercato olandese di riferimento per lo scambio di gas (che oggi si applica al gas da gasdotto), dal momento che non è “più rappresentativo della realtà del mercato energetico dell’UE e gonfia artificialmente i prezzi”. Il nuovo indice dei prezzi, secondo l’Ue, non sarà operativo prima della stagione di riempimento delle riserve di gas, ovvero la primavera. Serve quindi un intervento più immediato e “temporaneo per limitare i prezzi”.
Quale tipo di meccanismo è ancora incerto. Al vaglio di Bruxelles ci sono già diverse opzioni di tetto al prezzo del gas, vanno dalla proposta di un tetto su tutto il gas importato o solo sul gas importato dalla Russia (su cui spinge Bruxelles), un “corridoio dinamico” per il prezzo (come suggerito dall’Italia, Polonia, Grecia e Belgio in un non-paper trasmesso a Bruxelles), o ancora un tetto massimo per il gas usato per la produzione di energia elettrica, sul modello iberico (un’opzione su cui l’Italia è contraria perché nei fatti andrebbe finanziata da risorse pubbliche). Quest’ultima opzione, però, sembra superata dal momento che a livello Ue non sembra esserci un consenso. Rispondendo a una domanda su questa ipotesi, Simson ha chiarito che la proposta Ue “conterrà elementi su cui avremo il massimo sostegno consensuale da parte dei governi, quindi vedremo nel weekend come procedere con l’idea di fissare un tetto sul prezzo del gas per la produzione di energia elettrica. Se è possibile trovare una maggioranza in quella fase“.
L’idea di un price cap sul gas usato per generare energia elettrica era stata scoraggiata già da Italia, Polonia, Belgio e Grecia (che la settimana scorsa hanno presentato la loro proposta di un corridoio dinamico di prezzi) e oggi anche da Paesi Bassi e Germania, che hanno presentato al Consiglio un non-paper per contribuire al dibattito di oggi riproponendo la via del cap solo sul gas russo. Bruxelles avverte, però, che qualunque tipo di intervento sul mercato del gas per mitigare i prezzi richiederà un’ulteriore riduzione della domanda di gas. Anche qui non ci sono dettagli sulla forma che potrebbe assumere l’intervento ma “un’opzione potrebbe essere attivare l’allerta UE” e dunque rendere “obbligatorio l’obiettivo di riduzione della domanda di gas del 15 per cento” rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Andare quindi verso l’obbligo di riduzione della domanda di gas, oggi su base volontaria.
La terza misura riguarderà la solidarietà, la Commissione “proporrà un accordo per garantire che gli accordi di solidarietà” siano attivi nel momento di bisogno, ovvero carenza di approvvigionamento. Al momento gli accordi di solidarietà sono solo su base volontaria e ce ne sono meno di dieci stipulati a livello comunitario. In ultimo, il piano conterrà una proposta per facilitare gli acquisti congiunti di gas attraverso la piattaforma lanciata ad aprile e mai effettivamente entrata in funzione. “Ciò consentirà all’UE di utilizzare il nostro potere d’acquisto collettivo per limitare i prezzi ed evitare che gli Stati membri si sorpassino a vicenda sul mercato, aumentando così i prezzi”, ha detto la commissaria. Le misure che saranno presentate la prossima settimana saranno oggetto di confronto tra i capi di stato e governo che si incontreranno a Bruxelles il 20-21 ottobre in un Vertice Ue in cui il dossier energia sarà centrale.