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Home » Politica Estera » Per la ricostruzione dell’Ucraina Zelensky chiede 38 miliardi per il deficit 2023, von der Leyen ne mette sul piatto la metà

Per la ricostruzione dell’Ucraina Zelensky chiede 38 miliardi per il deficit 2023, von der Leyen ne mette sul piatto la metà

Da Berlino il presidente ucraino ha lanciato la richiesta per la copertura del deficit di bilancio dell'anno prossimo. La numero uno della Commissione Ue ha garantito 1,5 miliardi al mese per il 2023. Intanto la Banca Mondiale stima già 350 miliardi di danni, per Scholz è necessario il "nuovo piano Marshall del ventunesimo secolo"

Simone De La Feld</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@SimoneDeLaFeld1" target="_blank">@SimoneDeLaFeld1</a> di Simone De La Feld @SimoneDeLaFeld1
25 Ottobre 2022
in Politica Estera
ricostruzione ucraina

Bruxelles – Trentotto miliardi di euro all’Ucraina per coprire il deficit del bilancio del prossimo anno: il presidente Volodymyr Zelensky, intervenuto da remoto alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina in corso a Berlino, ha chiesto all’Ue di impegnarsi ulteriormente dal punto di vista finanziario. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per il momento ha messo sul piatto 18 miliardi di euro entro il 2023, fiduciosa di poter contare “sul contributo degli amici americani e delle istituzioni finanziarie internazionali” per raggiungere la cifra totale.

Al meeting nella capitale tedesca, von der Leyen ha ribadito che la Commissione Europea sta lavorando per poter garantire 1,5 miliardi di euro al mese all’Ucraina fino al 2023. “L’Ucraina ha bisogno di un supporto finanziario costante, una somma compresa fra i 3 e i 5 miliardi di euro al mese solo per le spese correnti, l’Ue parteciperà in modo equo a questo sforzo”, ha affermato la presidente dell’esecutivo Ue.

A Berlino è stato trovato l’accordo preliminare sull’organizzazione di una piattaforma di coordinamento finanziario: Shmyhal ha assicurato che “non più avanti della fine dell’anno, si terrà una sorta di Ramstein finanziario”, sul modello della conferenza militare di Ramstein che ha riunito lo scorso aprile 40 Paesi per discutere del supporto bellico all’Ucraina. Quel che è certo è che se, come ha stimato la Banca Mondiale, i danni della devastazione russa ammontano già a 350 miliardi di dollari, per la ricostruzione ci sarà davvero bisogno di un grande sforzo globale, che coinvolga Ue, G7 e gli istituti finanziari internazionali.

“La posta in gioco non è altro che la creazione di un nuovo piano Marshall per il ventunesimo secolo”: così il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha evidenziato le proporzioni dell’intervento necessario alla ricostruzione del Paese dilaniato dall’aggressione russa. “Mentre noi parliamo la Russia sta intensificando gli attacchi indiscriminati contro cittadini e infrastrutture civili”, ha proseguito Scholz: “Non sappiamo quando finirà la guerra, ma finirà, abbiamo appreso in passato che la ricostruzione è sempre possibile e che non è mai troppo presto per prendere in mano questo compito”.

La conferenza di Berlino è in questo senso un passo fondamentale: oltre al padrone di casa Scholz e alla presidente della Commissione Europea von der Leyen, hanno partecipato il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, il suo omolgo polacco, Mateusz Morawiecki, esperti di sviluppo e amministratori delegati di istituzioni finanziarie internazionali. “Questa conferenza è importante- ha affermato von der Leyen- perché mette insieme i migliori esperti che sono necessari per una ricostruzione di queste dimensioni”. Dopo il primo meeting di luglio a Lugano, il piano per la ricostruzione dell’Ucraina sta evolvendo e “ora è il momento – ha aggiunto Scholz alle parole della presidente della Commissione – di riunire le migliori menti per cominciare la ricostruzione”. Ora “è il momento che l’intelligenza collettiva contribuisca al futuro dell’Ucraina, ora è il momento di discutere di come questo futuro potrà essere costruito e finanziato”.

Il primo ministro ucraino Shmyhal ha voluto ringraziare in particolare la Germania per aver fornito all’esercito di Kiev il sistema di difesa anti-aerea Iris-t LSM, i cui missili riescono a colpire bersagli fino ad un altitudine di 20 chilometri e ad una distanza di 40 chilometri: “Il sistema di difesa tedesco funziona perfettamente sul campo di battaglia, 9 missili Iris-t su 10 raggiungono i bersagli”.

Shmyhal, ricordando il principio “Build back better” (“Ricostruire migliorando”) espresso già alla conferenza estiva a Lugano, ha insistito sul percorso europeo intrapreso dall’Ucraina: “Vogliamo modernizzare la nostra economia in conformità con le direttive e gli standard europei, perché siamo un Paese candidato e il nostro obiettivo è diventare Stato membro dell’Ue”. Anche il presidente Zelensky, in collegamento da Kiev, ha sottolineato l’importanza della visione dell’Ucraina come Paese europeo: “Sotto molti aspetti abbiamo già meritato di fare parte dell’Ue, noi rappresentiamo la sicurezza fisica dell’Europa”, ha tuonato il presidente ucraino.

Tags: invasione ucrainapiattaforma ricostruzione ucrainaricostruzione ucrainaUcrainaursula von der leyenvolodymyr zelensky

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